Don Eligio Silvestri prete dei due mondi

Una grande folla, tantissime persone che lo hanno conosciuto.

Una grande folla a Fiorano, per la celebrazione delle esequie, una grande folla a Itaberai, in Brasile, la parrocchia che ha retto per tanti anni, una delle sue «case» brasiliane. L’ultimo saluto di don Eligio Silvestri è stato diviso tra la sua terra natale (e in particolare la diocesi modenese) e la sua terra d’elezione, quel Brasile che ha servito come missionario e amato profondamente. Una vita spesa per la missione, quella di don Eligio, una vita lunga (aveva 98 anni quando è morto a Cognento, nella Casa del Clero, dove viveva ormai da qualche tempo). A Modena è stato ricordato in particolare a Fiorano (dove è stato parroco per 20 anni, dopo la prima esperienza brasiliana e dove sono stati celebrati i funerali) ma anche in altre parrocchie della città e della diocesi dove ha prestato il suo servizio pastorale. Don Eligio Silvestri era nato a Gaggio di Castelfranco Emilia il 23 ottobre 1921. Dopo aver frequentato i seminari diocesani di Nonantola e Modena, fu ordinato sacerdote il 31 marzo 1945. Cappellano a Ganaceto da aprile a dicembre 1945 e poi a Rivara, tra il 1945 e il 1950, viene nominato parroco dapprima ad Albareto dal 1950 al 1962 e poi nella parrocchia cittadina di San Lazzaro dal 1962 al 1968. A questo punto si inserisce la sua avventura missionaria: otto anni in Brasile nella diocesi di Goiania, nello stato del Goias, facendo parte di un nutrito drappello di sacerdoti, laiche e laici modenesi. Nel 1976 rientra in Italia e viene incaricato di reggere alcune parrocchie rimaste vacanti: Spezzano prima, Castelnuovo Rangone poi, Acquaria, Magrignana e Montecreto, Fogliano e Nirano, Rocca Santa Maria. Nel 1979 l’allora arcivescovo di Modena Santo Quadri lo nomina arciprete della parrocchia e rettore del santuario di Fiorano, dove s’impegna generosamente per quasi venti anni, fino al 1997, quando la nostalgia dell’America Latina lo induce a rinunciare a Fiorano e a ripartire per il Brasile.

Resterà, questa volta nella diocesi di Goias (confinante con quella di Goiania) e presso la parrocchia di Itaberai per diversi anni, gli ultimi dei quali insieme a don Maurizio Setti, l’unico sacerdote modenese attualmente rimasto in Brasile. Rimane nel Paese sudamericano (tra qualche parentesi di rientro in Italia, a causa dell’età ormai avanzata) fino al 2012 quando rientra definitivamente a Modena. In questi ultimi anni ha prestato il suo servizio nella parrocchia cittadina di San Pio X e infine a Sant’Anna di San Cesario, inoltre non era infrequente trovarlo a celebrare a Cognento, dove si era fermato negli ultimi tempi. Il legame col Brasile è stato ed era fortissimo, i suoi compagni di missione lo hanno ricordato con grande affetto («perdiamo un grande spirito missionario» ha avuto modo di dire don Arrigo Malavolti) e anche il vescovo di Goias Eugenio Rixen, lo ha ricordato con queste parole lette alle esequie: «Don Eligio è stato un vero missionario, appassionato per Gesù e per il popolo. Ha trasmesso bontà a tutti, ma principalmente ai poveri. Solo chi ha fatto una profonda esperienza di Gesù Cristo è capace di trasmettere pace e allegria. Eligio ha saputo conquistare gli abitanti di Itaberaí grazie all’amore che portava dentro di sé. Don Eligio ha lottato molto per migliorare la vita dei più poveri. Il suo esempio di vita continua ad essere presente in mezzo a noi».

di Paolo Seghedoni  da Nostro Tempo del 17 novembre 2019