Stare accanto per rinascere con loro – Lettera di p. Davide dal Mozambico

Leggi la lettera di p. Davide De Guidi dal Mozambico, in allegato con le foto

Cari amici, un caro saluto dalla terra del Mozambico. In questi giorni di Natale viviamo un pó tutti l’apprensione di questo virus, che viene a visitarci con forme sempre nuove e continuamente sprogramma i nostri piani e ci lascia preoccupati. Nel mondo poi tante nazione non vivono in pace, per tanti motivi che conosciamo bene (qui grazie a Dio la guerra é diminuita in Cabo Delgado, ma molti sfollati sono lontani dalle loro terre perché ancora pericolose). Poi, ci accorgiamo che se il nostro cuore non é in pace con sé stesso, con il fratello e con Dio, tutto si complica e la vita si colora di scuro. Dio peró, é il primo a non arrendersi e continua a offrirci il dono piú bello e prezioso che ha, il proprio figlio, per percorrere con lui strade nuove, ricucire le ferite che ci abitano e scoprire che ognuno di noi ha una grande missione da compiere in questa terra. Un’offerta che ci sorprende per la sua venuta in semplicitá e umiltá, come lo é il suo visitarci nella povera Betlemme.

In Mozambico il Natale arriva in un tempo di grande calore. Da due mesi il caldo torrido qui a Nampula sfiora i 40 gradi e sebbene sia giá arrivato il tempo delle pioggie, non ci sono segnali che l’annunciano. L’acqua scarseggia, molti vengono ogni giorno da noi con la speranza di riuscire a ritornare a casa con un secchio d’acqua. Una parte ce la fa, ma poi succede che la grande fila si sfalda, perché l’acqua si é esaurita e allora si va in cerca altrove. Molti di loro, poi, si adattano a prendere l’acqua in zone non sanificate con le conseguenti malattie che ne derivano (il tifo qui ora é piú forte del Coronavirus).

Noi missionari Comboniani siamo chiamati in queste situazioni e fare “Causa comune con i piú poveri”,  come ci insegnava il Comboni. I campi sono pronti per la semina da due mesi o piú, ma il popolo deve aspettare con pazienza il dono della pioggia e nel frattempo la fame si fa sentire, soprattutto per le categorie piú deboli (vedove con i loro bimbi, sfollati, ammalati,…).

I vecchi del luogo ci dicono che una volta, le pioggie cominciavano a metá di ottobre e per 6 mesi pioveva con bastante regolaritá. Ora in questi ultimi anni, le pioggie arrivano 2-3 mesi in ritardo e durano solo 2-3 mesi, e non mancano gli uragani con le loro devastazioni. Verifichiamo che le falde acquifere diminuiscono e tanti pozzi si seccano in questi mesi. Anche il nostro pozzo si é fortemente indebolito e dovremmo pensare qualcosa al piú presto per il futuro. Anche le piante da frutta, che con fatica abbiamo cercato di piantare, per dare un sostento futuro, stentano a sopravvivere, per il troppo calore e la durata della secca qui nella provincia di Nampula (é quasi 8 mesi che non piove). Non é difficile capire che l’inquinamento che abbiamo sostenuto per decenni in modo fossennato, per garantirci piú consumi possibili, lascia uma grande parte di umanitá alla deriva e per molti a una condanna anche di morte. Credo che il Signore ci chieda come cristiani e uomini e donne responsabili, di riflettere la straordinaria enciclica “Laudato Si” di p. Francesco e assumere stili nuovi di vita sullo stile di Gesú; vedi come si é presentato in mezzo a noi, povero, semplice, ma pieno di tenerezza e speranza.

Qui dove abito accogliamo giovani che hanno nel cuore il desiderio di consacrarsi al Signore per i píú poveri e abbandonati. Gli affascina tanto di Daniele Comboni il suo motto “ Salvare l’Africa con L’Africa “ servendo i piú poveri.  Questo aspetto tocca profondamente i loro cuori puri e aperti a divenire dono d’amore per l’umanitá. In questi giorni poi,  abbiamo vissuto con loro un discernimento vocacionale, e mi ha colpito vedere nei loro occhi un briglio di luce, quando erano chiamati a manifestare la loro decisione di iniziare il cammino per donarsi a Dio; non era allora difficile scoprirvi in loro, la luce autentica del Natale. Poveri, ma grandi nel cuore, per aver il coraggio di mettersi in gioco e consegnare se stessi all’Amore.

Ogni giorno poi, siamo visitati da tanti volti che ci richiamano il piccolo povero di Betlemme e ci chiedono di avvolgerli con “i panni della dignitá umana”. A volte fa soffrire il cuore vedere che non riusciamo a corrispondere sempre alle loro vere necessitá e attese, per il numero eccessivo e per le situazioni in cui si trovano (un buon numero vivono sulla strada, altri si sentono non accettati, non amati e senza speranza, varie povere vedove con 6-7 piccoli a casa, non sanno cosa dare da  mangiare ai loro figli, poi tutto si complica quando arrivano le malattie, poi la scuola con le sue esigenze,… Davvero grande é la loro capacitá di affrontare la vita e non soccombere). Grazie a Dio la parrocchia di S. Cruz, da noi comboniani accompagnata, sempre assiste tutti i mesi quasi 500 famiglie sfollate, grazie alla vostra caritá, un miracolo dell’amore.

La veglia di Natale l’ho vissuta in una comunitá con le luci di candele, ma la luce vera stava presente nel loro cuore e si manifestava nella gioia di celebrare Colui che dona la dignitá di figli del padre. Il giorno di Natale, oltre alla parrocchia ho celebrato con le piccole orfane accolte dalle nostre sorelle comboniane. Con loro abbiamo passato un Natale semplice e bello. Ero felice vedere che le piccole si sentivano profondamente amate dalle sorelle Comboniane. Missionarie che hanno giá raggiunto un’etá avanzata, ma il loro cuore continua a pulsare con la forza dell’amore donandosi senza sosta. Per loro gli anni sembrano non passare, perché come ci dice Papa Francesco: “chi ama é sempre giovane”. Toccando con mano le necessitá di qui, mi viene dal cuore dirvi cari giovani e non solo a voi: “se sentite nel cuore un richiamo del Signore, perché non accettate la sfida dell’Amore per dare vita, speranza e salvare tante creature innocenti come queste piccole che per tanti motivi non hanno un futuro, se non c’é qualcuno che glielo dona giocandosi la propria vita in Lui e per loro.  Coraggio, il Natale viene anche per questo, per scuoterci e risvegliarci a una vita piú audace, piú bella, piú autentica per poi  condividerla con questa umanitá che grida nel silenzio. Credo che Gesú scommetterebbe su di voi, piú di voi stessi. Papa Francesco, sempre ci invita e vi invita a scrivete con la vostra vita una pagina nuova di questa umanitá, troppo spesso triste e ripiegata su se stessa. Vince sono chi rischia nell’Amore,..allora vinci caro\a giovane,… 

Una storia di Natale: Un giovane orfano di nome Juventino dopo aver perduto tutti i suoi familiari, compresa la sposa e una bimba, non voleva piú vivere. Mi veniva a trovare e voleva farla finita. L’ho incoraggiato a credere che sempre c’é un cammino nuovo da intraprendere, e che la speranza non muore per chi si affida in Lui. Il giovane Juventino, dopo aver riflettuto mi ha detto: Tu p. Davide, non sei riuscito a salvare la mia piccola, sebbene mi hai sempre aiutato in ogni momento, ma hai salvato me e mi hai fatto comprendere che devo imparare a vivere donandomi senza sosta e senza sconti per rinascere. Da quel momento il povero giovane, ha iniziato ad accogliere nella sua capanna i rifugiati di guerra di Cabo Delgado, cosi come una povera donna refugiata che era stata sequestrata dai miliziani e che aveva giá perduto due bimbi e il marito. Altri due bimbi erano dispersi e altre due erano con lei.  Poi la gioia di incontrare i due figli dispersi. Alcuni giorni fa, uno dei due figli incontrati, per un’anemia grave (sebbene il giovane Juventino decidesse dare il suo sangue per salvarlo), non ce l’a fatta. Juventino tornando a casa dal funerale del piccolo, vede un bambino abbandonato che chiede un pó di cibo e lo invita nella sua povera casa. In seguito una vedova con tre piccoli (il marito era stato divorato da un coccodrillo), bussa alla sua porta dicendo che non aveva i soldi per pagare l’affitto mensale (6-7 euro) ed era rimasta sulla strada. Naturalmente lui gli ha aperto la porta di casa. Joventino per dare da mangiare a tutti, bussa le porte dei vicini, ma non sempre viene accolto. Chi stá bene, anche qui spesso si dimentica dei poveri e alcuni preferiscono dare il cibo ai cani che ai poveri Cristi. Juventino ne ha fatto esperienza un giorno chiedendo quello che era rimasto del cibo in una casa, ma é stato sconvolto quando hanno preferito darlo ai cani e non a lui. Mi diceva in questi giorni: “Io non posso lasciare nessuno sulla strada, perché anch’io lo ero e mi avete soccorso”. Per il Natale non aveva nulla da mangiare assieme ai suoi ospiti che per lui é la sua nuova famiglia; ed é bastato condividere con loro un pó di farina e fagioli per renderli tutti felici. Per loro che hanno alle spalle una storia dolorosa e spesso traumatizzata, celebrare il dono della venuta di Dio in Gesú é una luce immensa di speranza che illumina il loro cuore provato dalla vita, ma capace di amare come Colui che li ha da sempre amati.

Saremmo capaci anche noi di essere cosí grati e gioiosi, portando nel cuore il dolore e i drammi della vita trasformando il tutto in cammino di speranza? Sempre piú mi accorgo che stare accanto a loro, soffri, la fede é messa a dura prova, ma é pur sempre una grazia grande. Juventino, con la povera donna rifugiata e i suoi piccoli, il bambino accolto, la donna vedova con tutti i loro bimbi,… mi hanno fatto cogliere la vera luce del Natale, una luce che sa farsi strade nelle oscuritá della vita. Cari amici, a volte penso che la vera pandemia non é tanto qualcosa che ci viene da fuori seppur grave, ma il non accettare serenamente di vivere il quotidiano con lo sguardo semplice e umile di Betlemme e scegliere di diventare come Lui dono totale d’amore soprattutto per chi é carente di affetto, di attenzioni, e ha perso la speranza nel loro cuore,… cominciando dalla propria casa dove abitiamo e aprendo poi gli occhi al mondo dove possiamo dire ció che vogliamo essere. Un grazie grande a ognuno di voi che sempre mi avete mostrato la vostra vicinanza a me e al popolo del Mozambico, ognuno con i suoi doni, continuiamo uniti mantenendo la Sua gioia nei nostri cuori. Un augurio per te: Possa quel piccolo Gesú trovare un posto privilegiato nel tuo cuore, certamente rinascerai sempre, per dare vida a te stesso\a e a chi attende da te, forse da molto tempo, una tua risposta. Buona rinascita con Lui che é nato per Te carissimo\a, uniti nella preghiera.  p. Davide

Questi sono gli iban per chi desidera sostenere le attivitá missionarie e le loro opere:

BANCA ETICA: IT 30 E 05018 11700 000015122500

BANCA CREDEM: IT 43 G 03032 11702 010000002291

Intestazione conti: MISSIONARI COMBONIANI MONDO APERTO ONLUS

Causale: erogazione liberale per p. Davide De Guidi – Mozambico – per ……. eseguita da ……………….+ codice fiscale

Contatto mail: info@mondoaperto.it  . Da quest’anno occorre indicare  il codice fiscale del donatore scritto nella causale