Continuiamo a pubblicare le riflessioni per le domeniche di quaresima di p. Filippo Ivardi Ganapini missionario comboniano ad Abéché, nel vicariato apostolico di Mongo, in Ciad. (alcune foto dell’articolo sono prese dal sito della diocesi di Mongo)
Eccovi quella per la seconda domenica.
Risorgere: per scendere e ascoltare
La comunità di Matteo presenta nel suo racconto Gesù di Nazareth in cammino verso Gerusalemme, il centro del potere economico, politico e religioso. Ora che la sfida decisiva si avvicina prende con sé i discepoli più sgangherati, Pietro, Giacomo e Giovanni per tornare sulla montagna che già aveva ospitato il sogno di Dio, il discorso delle beatitudini (Mt 5,1-12). Fare memoria del sogno spinge a risorgere nel cammino perché come diceva sempre Helder Camara: “Se sogno da solo il sogno resta tale. Se sogniamo insieme il sogno diventa realtà”. Anche oggi in Africa:
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“Fu trasformato davanti a loro”.
La Resurrezione è già nel cammino della vita: Gesù si presenta risorto perché vive da risorto. Una vita che si dona è già una vita da risorti. Che ha conosciuto passione e morte, Ma che è andata oltre. Come il popolo del Gambia di questi giorni liberato dal lungo potere tirannico di Yaya Jammeh per 22 anni! Come i nostri piccoli bambini pastori al nord del Ciad, sfruttati da anni nel deserto in condizioni terribili, che ritroviamo nei villaggi di Tine, Adré, Kalayt e riaccompagniamo a casa.
La missione non è adagiarsi: Pietro gioca la carta comoda della spiritualità disincarnata. Restare davanti a Dio dimenticando le sofferenze dei fratelli. Stare comodi nelle sacrestie senza scendere nelle piazze per rivendicare giustizia e diritti dei popoli. Missione è scendere, sporcarsi le mani, impastarsi dentro la vita del popolo, rischiare. Non salire verso le vette del potere e dei privilegi. Gioire e piangere insieme con chi ci vive accanto. Non cercare il bello ma il giusto. Mangiare la “boule” con le mani, dormire sulla stuoia, lavarsi col secchio. Sempre al fianco degli impoveriti. Senza troppe teorie. Facendo causa comune con il popolo.
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“Questo è il figlio mio amato. In lui sono felice. Ascoltatelo”
Dio è Gesù: sempre ci hanno insegnato che Gesù è Dio. Non si sbagliavano. Ma quale idea abbiamo di Dio? Molto spesso già preconfezionata. Onnipotente, sul trono, giustiziere. Invece se diciamo che Dio è Gesù siamo invitati a guardare ad ogni azione, gesto, parola di Gesù per scoprire chi è davvero Dio. Ascoltare Gesù e i Vangeli per scoprire il cuore di Dio.
Dentro un’umanità che ci narra sempre più la morte atroce Gesù di Nazareth risponde con una vita da risorto. Invitandoci a risorgere già oggi per scendere tra gli impoveriti del mondo. In ascolto della sua vita e del grido degli ultimi.