Con la domenica delle Palme arriva anche l’ultima riflessione di p. Filippo Ivardi Ganapini missionario comboniano ad Abéché, nel vicariato apostolico di Mongo, in Ciad. Grazie davvero p. Filo per queste settimane “insieme”!
(alcune foto dell’articolo sono prese dal sito della diocesi di Mongo)
Passione di Dio. Passione del mondo
Dio soffre con l’umanità e si impasta nel dolore del mondo. La sua passione è quella del mondo. In attesa di risorgere…
Per narrare questo la comunità di Matteo presenta la passione di Gesù di Nazareth come un cammino di sofferenza e vita mai come un cammino soltanto di morte. Come in Africa dove la morte è un passaggio per raggiungere la vita per sempre degli antenati. Tre episodi lo testimoniano:
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“L’unzione di Betania”.
Una donna versa sul capo di Gesù un profumo prezioso. Profumo di vita. Profumo dell’amore che si consuma, che non ha prezzo. Che va versato. Come il sangue versato di Gesù. Che non guarda alla quantità ma alla qualità del gesto. Come il profumo che la nostra gente spruzza la notte di Pasqua sulla testa dei nuovi battezzati. E che annuncia l’odore di un orizzonte nuovo. E di un Africa nuova come voleva Daniele Comboni. Fatta di discepoli africani di Gesù protagonisti della propria storia e destino. L’Africa che libera l’Africa.
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“ La cena pasquale”
I momenti forti della vita devono risolversi attorno al cibo condiviso. Quasi in tutte le culture. Un addio merita una cena che ne consolidi la memoria. E una cena speciale che ricorda la liberazione dalla schiavitù. Atto fondante di un processo di liberazione degli schiavi. Per cui Daniele Comboni ha dato la vita. Ma che non è mai terminato nell’ Africa e nel Ciad della nuova colonizzazione. Bambini pastori, venduti nei mercati del sud, giovani ragazze domestiche maltrattate e sfruttate nelle strade della capitale. Piccoli muhajjirin delle scuole coraniche costretti a mendicare a tutte le ore del giorno e della notte sulle strade del Ciad. In attesa di risorgere…
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“La presenza del Risorto”
Gesù crocifisso e risorto si presenta vivo alle donne e le invia in missione. Missione di raccontare ai fratelli e sorelle che devono tornare in Galilea, la terra degli inizi. Alle periferie del mondo, geografiche ed esistenziali. Per riprendere in mano il progetto rivoluzionario delle beatitudini. Vissute ora alla luce della passione, morte e resurrezione del maestro. Missione è allora:
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incontrare il Risorto: fare esperienza profonda di Gesù di Nazaret vivo in me, nella Parola, nel pane spezzato e nei fratelli e sorelle più poveri e abbandonati. Per costruire il Regno.
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partire, da noi stessi innanzitutto: per incontrare fratelli e sorelle che diventano il l’orientamento decisivo della nostra vita che si proietta verso il “tu” e lascia poco alla volta il baricentro dell’”io”.
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Raccontare: con la parola e la vita che Gesù ci attende sulla montagna del suo progetto di beatitudini. Per dare una svolta al mondo e raddrizzarne la storia. Dalla parte delle vittime e degli ultimi.
Dentro la Passione di Dio c’è la passione del mondo. Non esiste rito senza la sofferenza dell’umanità. Liturgia senza il battito del cuore del mondo. Catechesi senza volti e vicende dei crocifissi della storia. Diritto canonico senza diritti dei popoli oppressi. Annuncio della resurrezione senza denuncia delle ingiustizie globali. Denuncia del male del mondo senza annuncio della speranza di terre nuove e cieli nuovi.