“ Che le stelle ti guidino sempre e la strada ti porti lontano”
Il buio è già calato su Abeché, quando arriviamo a casa di Claude. Sotto le stelle di una notte inaspettatamente luminosa, si ode, già dalla strada, la cantilena di una preghiera silenziosa ma insistente:
cinque o sei persone sono già raccolte attorno alla Parola di Dio, illuminata soltanto dal fascio di luce di una torcia elettrica. Quando si fermano, soltanto il silenzio: anche il vicinato sembra attendere paziente la fine della preghiera.
Claude è un venditore ambulante di medicinali, lavoro che a stento gli permette di mantenere i suoi tre figli e la moglie. Per guadagnare qualche soldo in più, anche lei fa qualche lavoretto al mercato, ma tante volte è più la fatica che il guadagno effettivo. Una situazione non facile, tanto più che a causa di questo, la moglie è caduta in uno stato depressivo che ha richiesto l’intervento di un medico.
Al posto che scoraggiarsi, come molte volte capita a noi, Claude e la sua famiglia cercano la soluzione aggrappandosi a quello che di più stabile hanno: la fede in un Dio capace di salvarli. Ecco perché, nella sofferenza e nella difficoltà, si sono rivolti ad un gruppo neonato di giovani della parrocchia che si recano nelle case a pregare.
Li raggiungiamo e preghiamo con loro. Sembra che anche soltanto la nostra presenza ricolmi i padroni di casa di gioia. La nostra voce e quelle poche parole di francese che balbettiamo si uniscono al coro. Padre Filippo conclude il momento con una frase del Vangelo del giorno: “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sarò con loro”. E davvero in quel breve momento, la presenza di Gesù si avvertiva. Lì Dio c’era.
“ Forse perché dire donna significa dire madre e dire madre significa dire nascita e dire nascita significa dire vita”
Pochi giorni dopo il nostro arrivo qui ad Abéché è arrivata Antoniette, una ragazza della capitale di 19 anni, insieme a suo figlio Junior, di un anno e mezzo.
Ha deciso di venire ad Abéché per ritrovare il marito, andato via di casa poco dopo che loro figlio era nato. La Caritas della parrocchia e Filo hanno cercato un possibile incontro con entrambi ma purtroppo il marito non ne vuole sapere, si è rifatto una nuova famiglia, con una nuova moglie.
Antoniette, nonostante la sua tenera età, non si è arresa e ha deciso di andare in tribunale.
Antoniette e Junior fanno ormai parte di noi, della nostra comunità qui in Ciad: si pranza, si cena, si dorme insieme, si parla di tante cose: di cosa vuole fare tornata a casa, dei suoi sogni e di com’è l’Italia.
Ieri sera è rimasta con noi a cantare e pregare insieme prima di andare a dormire, aspettando la giornata di oggi con la sentenza del giudice. Abbiamo affidato lei, Junior e la sua storia al Signore.
È stato un dono meraviglioso aver condiviso questa esperienza con loro, loro due così “piccoli” ma così grandi. Ci ricorderemo di lei una volta tornati a casa, con la speranza che possa iniziare l’università di infermieristica e che il piccolo Junior possa continuare a crescere con quel suo bellissimo sorriso e la sua dolce risata che esplode quando le bolle di sapone gli arrivano in faccia.
Il nostro tempo qui ad Abéché ormai è terminato: mercoledì partiremo per Mongo dove ci aspetterà il vescovo Henri, il vescovo Erio e altri amici del centro missionario.
Il trascorrere del tempo qui è qualcosa di particolare: la sensazione che abbiamo alcune volte è di essere appena arrivati mentre altre volte di essere cui da molto più di un mese. Ci porteremo a casa tante cose, ma soprattutto i ragazzi di luce. Ragazzi con i quali abbiamo condiviso due settimane intense fatte di tanti incontri e occasioni per conoscerci.
Ognuno di noi porterà a casa un racconto, una frase, una parola detta da loro, con la speranza di rivederci e di ricordarci della bellissima strada fatta insieme. Incontrare è un bel verbo.
Le valigie ormai bisogno rifarle, bisogna rimettersi in macchina e affrontare altre ore per arrivare a Mongo ma con il desiderio di conoscere un’altra realtà, altre storie e altre persone che il signore ci metterà davanti per aprire il nostro cuore.