Con il cuore leggero e spensierato… Lettera di Giacomo (in Ciad) ai partenti per le esperienze estive

20180513ricci_giacomoCari partenti come state?
State sopravvivendo al mese di maggio?
Siete carichi per partire?

Prima di tutto mi sembra giusto presentarmi un pochino (visto che la maggior parte di voi non sa nemmeno che faccia ho, mentre per altri è fin troppo nota): mi chiamo Giacomo e ho 23 anni, se eravate presenti il 24 marzo alla GMG diocesana sono quello che ad un certo punto era faccia a faccia con il Vescovo per ricevere il mandato per la mia partenza per il Ciad, paese che si trova al centro dell’Africa)
In queste prime settimane dell’esperienza in Ciad, mi è capitato spesso di pesare a voi e allora… eccomi qui a scrivervi questa breve lettera in vista della vostra partenza!
Non ho avuto molta occasione di conoscervi (anche se ho avuto occasione di parlare di sfuggita con alcuni di voi e con altri beh… non so se è una fortuna per loro ma ci conosciamo da parecchio) ma ci tengo davvero ad augurarvi una buona esperienza!
Ormai mancano circa due mesi alla vostra partenza! Ormai immagino stiate realizzando la partenza in un modo o in un altro, tra vaccini, domande degli amici che vi chiedono dove siete diretti, primi pensieri per la valigia, formazioni Pré-partenza che entrano nel vivo…
Ci tenevo a scrivervi questo breve pensiero, forse un po’ confuso, perché in queste settimane mi è capitato più volte di ricevere delle vere e proprie “restituzioni” (più o meno esplicite) da parte dei giovani di Abéché, (città del Ciad dove sto trascorrendo la mia esperienza) a proposito dell’esperienza di tre settimane della scorsa estate in cui un gruppo di giovani come voi era venuto qui in Ciad!
Sono davvero rimasto colpito dal solco che quelle tre settimane hanno lasciato nella vita di alcuni dei ragazzi Ciadiani che hanno accolto il gruppo. Anche io ho fatto la stessa esperienza, sempre in Ciad, nel 2014. Ovviamente ho potuto assistere a come queste esperienze dei campi estivi possano influenzare coloro che sono partiti, ma non mi era mai capitata la fortuna di toccare con mano gli effetti su coloro che accolgono!
Ed è principalmente per questa esperienza di restituzione che mi trovo qui a dedicare qualche minuto per scrivervi questa lettera: ne vale davvero la pena! Partire per qualche settimana, sembra poco, sembra niente, almeno io la pensavo così prima di partire. Ma ora che ho potuto constatare come questo tipo di esperienza possa toccare sia i partenti che coloro che accolgono vi dico: ne vale DAVVERO la PENA!
Davvero quello che vi accingete a fare è qualcosa di molto bello e di molto edificante, soprattutto nella misura in cui voi avrete il coraggio di lasciarvi andare, di farvi immergere dalle realtà che vi accoglieranno.
Vi invito, durante questa esperienza, a provare a sospendere il giudizio su ciò che incontrerete, vi invito semplicemente a STARE CON. Stare con le persone che incontrerete, stare con le contraddizioni che incontrerete, le cose inaccettabile, i dubbi, ciò che non capite. Semplicemente stare.
Per qualcuno questo vorrà dire stare seduti su un tappetto a mangiare della boule, per altri vorrà dire condividere viaggi interminabili per andare a visitare realtà lontane che hanno bisogno di incoraggiamento, per altri ancora vorrà dire condividere del tempo con dei bambini entusiasti di passare del tempo con voi…
In ogni caso l’invito è quello di lasciar cadere le vostre difese personali, i vostri muri per tre settimane, abbracciare la realtà che vi aspetta dall’altra parte, abbracciare le STORIE che vi aspettano la, da scoprir. Storie di persone senza voce, che vi affideranno, come un tesoro geloso la loro esperienza di vita, che resterà per sempre con voi, che vi porterete dietro!
Davvero vi auguro di riuscire a lasciarvi sorprendere, e soprattutto vi invito a non avere paura!
Può essere che una volta scesi dall’aereo che vi ha portato a destinazione, vi sentiate non all’altezza, fuori luogo, inadatti… Non abbiate paura di accogliere questi sentimenti e di abitarli, non fatevi paralizzare da queste paure… Vi auguro di avere la forza, il coraggio, l’entusiasmo e la semplicità di portare voi stessi. È questo il più bel regalo che possiate portare a queste persone che vi accoglieranno, VOI STESSI. Con i vostri punti forti e con i vostri punti deboli, con il desiderio nel cuore di incontro di dialogo e di scoperta!
Vi auguro davvero di sperimentare questa semplicità dello stare insieme, di sperimentare questo ritmo più lento, di sperimentare a volte la “noia” dello stare insieme, perché, a volte, per riuscire a trovare le parole e il coraggio di condividere certe storie e certe esperienze occorre tempo, occorre silenzio, occorre la noia, che tanto spesso è a noi sconosciuta.
Vi mando un grande abbraccio dal Ciad e vi auguro davvero il meglio per il vostro viaggio consci del fatto che sia una fortuna grande poter fare questa esperienza, per voi, per le vostre famigli, per le comunità che vi accoglieranno e per le comunità che vi aspetteranno per il ritorno.
Vi spingo a non avere paura e di farvi stupire e meravigliare da un modo diverso di passare il tempo, un modo diverso di vivere e di stare insieme e davvero con un cuore leggero e spensierato, capace di assorbire ciò che vi verrà donato e capace di donare quello che è possibile donare.
Vi saluto con affetto e vi ricordo in questi giorni!
Giacomo