Cari amici e fratelli italiani, che Dio Padre e il Signore Nostro Gesù Cristo vi donino la grazia e la pace.
Questo messaggio che vi indirizzo, miei cari amici, immaginatelo da parte di tutti i giovani della parrocchia di Abeché. È un messaggio dai molteplici colori, come l’arcobaleno; è l’espressione delle nostre emozioni, della nostra fraternità e del nostro spirito, che le vostre preghiere e la vostra presenza tra noi hanno riempito di grazia.
La relazione che ormai abbiamo intessuto con voi è una benedizione che deve essere perpetuata. Dio ci fa la grazia permettendoci per la terza volta di vivere questo Brassage tra le nostre due comunità, quella italiana e quella ciadiana.
Senza saperlo, voi ci avete dato una testimonianza: nella concezione africana in generale, e ciadiana in particolare, i bianchi, i giovani d’Europa non frequentano la chiesa in modo corretto. Abbiamo sempre pensato che la chiesa in Europa fosse per le persone anziane che non hanno nulla da fare. Quelli che tra noi sono stati in Europa ci riportano che la domenica le chiese sono piene di persone anziane e che i giovani sono troppo occupati a lavorare e a riposare. Ma voi ci avete dimostrato il contrario, completamente il contrario. E ce lo avete dimostrato Innanzitutto attraverso il vostro Centro Missionario, che accoglie e forma i giovani, e poi attraverso il vostro impegno pastorale (che Dio vi doni molto coraggio per continuarlo al meglio!).
Permettetemi di dirvi che siete stati degli esempi da seguire: voi siete dei laici missionari che ci hanno portato Gesù, il vero volto di Gesù.
Certamente i giovani che sono venuti qui in Ciad vi racconteranno dei momenti forti che noi abbiamo passato insieme. Noi siamo l’inizio del cambiamento, l’inizio della realizzazione del sogno del nostro Dio: avere una famiglia unica sulla terra. Una famiglia senza distinzione di razza, colore di pelle, lingua. Come diceva Papa Francesco “Non lasciamoci rubare il nostro sogno”. Questo sogno di creare un mondo dove tutti abbiano il proprio posto, un mondo di giustizia e di equità. Per fare ciò, ci vuole molto coraggio e abnegazione. Siate una gioventù che osa e che è audace n cambiare le cose. Noi vogliamo cambiare tutto ma come dice Paolo ai Corinzi “La preghiera è la nostra arma più efficace”.
Avremmo voluto scrivervi di più e restare in contatto con voi anche durante questo anno ma le nostre tecnologie non ce l’hanno permesso. Speriamo di riuscire a restare più uniti in questo nuovo anno pastorale che inizia! Sappiate che noi vi portiamo nel nostro cuore per sempre.
Voi ci avete toccato a livelli differenti e avete ingrandito il nostro cuore i nostri orizzonti. Vi ringraziamo moltissimo. Il nostro paese vive attualmente una crisi sociale inquietante con agitazioni e arresti di coloro che cercano di dire la verità. Ma Paolo ci dirà: “Dite la verità; la verità vi renderà liberi”.
Preghiamo. Questa è la nostra unica speranza.
Per finire vi propongo una giornata digiuno e preghiera per i nostri due paesi. Sono cosciente che in Italia c’è una situazione caotica per quanto riguarda l’accoglienza dei migranti. Fatemi sapere quando e come organizzarla.
Ho veramente molte cose nel cuore da condividere con voi miei cari amici ma lo farò nei prossimi mesi, se Dio vorrà.
Vi voglio bene.
Che il Signore benedica voi e le vostre famiglie
Ameni Alain Tankreo