Dopo aver volato per 13 ore percorrendo più di 9000 km; dopo esserci trovate, prive di qualsiasi conoscenza della lingua e dei segni, in mezzo a brasiliani che parlano solo portoghese e a un centinaio di bambini sordomuti che usano solo il linguaggio dei segni; dopo aver mangiato più di 48 piatti di riso e bevuto più di 72 caffè in 24 giorni…siamo qui, a Modena, a ripensare alla nostra esperienza estiva di Missione a San Paolo, cercando le parole più adatte per raccontare a chi non era con noi ciò che abbiamo vissuto.
Quali parole potrebbero essere più significative di quelle imparate in Brasile e che tuttora ci portiamo nel cuore? Eccone allora alcune.
Saudade, nostalgia, è il sentimento che stiamo provando. Esso nasce quando si è lontani da persone che ti hanno accolto e amato a tal punto da farti sentire al posto giusto nel momento giusto. Le persone di cui sentiamo la mancanza sono le nostre irmãs (sorelle) Suor Chidi e Suor Eliene, i maestri della scuola, i bambini sordi e tutti coloro che si sono adoperati per noi con bontà e generosità.
Hoje, oggi. “Solo oggi” è il motto che ripetono le suore per incoraggiarsi a dare il massimo ogni giorno ed è questo che ci ha aiutato a vivere al meglio la nostra esperienza. “Dal momento che possiamo agire solo nel presente perché preoccuparci delle cose di ieri o di quelle di domani? Ci sono già abbastanza pensieri in una giornata…concentriamo allora ogni energia in quello che stiamo facendo e tutto pian piano si sistemerà!”, ci dicevano. Seguendo il loro esempio, abbiamo imparato a mettere da parte le preoccupazioni inutili per donarci completamente agli altri ogni giorno con pazienza e dedizione.
Fè, fede, è alla base della vita della maggior parte dei brasiliani come solido sostegno per superare le difficoltà e convivere con povertà, ingiustizie e corruzione. La Messa, momento di oraçao (preghiera) e comunhão (comunione) con i fratelli, è vissuta come una vera e propria festa gioiosa, piena di canti, gesti e colori, dalla quale è quasi impossibile non farsi coinvolgere. In tutte le parrocchie visitate ci siamo sentite accolte calorosamente tra fortes abraços, beijos (forti abbracci, baci) e benedizioni -“Deus te abençoe”-. Anche l’attività dei volontari per la distribuzione settimanale di cibo e coperte ai senzatetto delle favelas (a cui noi abbiamo partecipato un paio di sere) è sorretta da una profonda fede: è davvero ammirevole.
Crianças surdas, ovvero bambini sordi, sono gli alunni (dai 3 ai 14 anni) della scuola “Severino Fabriani” di San Paolo, seguita dalle suore Figlie della Provvidenza per le sordomute di Modena. Le tre settimane trascorse con questi bambini alquanto vivaci sono state faticose ma anche ricche di sorprese e soddisfazioni. I primi giorni ci siamo sedute come allieve tra i banchi per imparare insieme a loro il Libras (linguaggio dei segni brasiliano) e il portoghese, poi siamo diventate aiutanti delle maestre, senza però smettere di imparare! Gli insegnanti che abbiamo conosciuto dimostrano entusiasmo, professionalità, pazienza e determinazione nello svolgere quotidianamente il loro lavoro e per questo sono stati per noi ottimi esempi da imitare.
Obrigada, grazie, è stata la parola più utilizzata per esprimere gratitudine a tutte le persone che hanno manifestato gesti inaspettati di affetto e fratellanza nei nostri confronti: abbiamo ricevuto davvero tanto bene! Un grazie speciale va alle suore e ai bambini che con la loro vitalità e il loro affetto hanno riempito i nostri cuori di gioia ed energia.
E ora, che dire…siamo pronte per una nuova Missão!
Anna Prandini, Eleonora Bonara, Cecilia Ruini