Quando la missione è un affare di famiglia

«Ci siamo sorpresi dello stupore che ha suscitato la nostra scelta: per noi fare questa esperienza insieme è la cosa più normale del mondo». Risponde così Simona Saetti quando le si chiede cosa ha spinto lei e suo marito Filippo Vincenzi a portare tutta la famiglia a trascorrere un’estate in missione nelle Filippine. Il 3 agosto in volo per Manila con Simona e Filippo ci saranno infatti anche i loro tre figli, Viola di 11 anni, Vera di 8 e il piccolo Giacomo, che compirà 6 anni il 18 agosto nel capitale filippina. Un percorso lungo due anni e totalmente condiviso, come tutto in casa Vincenzi: «Ho fatto una missione in Brasile quando avevo 18 anni ed è stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita – spiega Simona –. Per questo due anni fa ho chiesto a don Mattia (Maciolek, ndr) di fare una proposta simile al gruppo dei giovani grandi della parrocchia, di cui sono educatrice. L’idea è stata accolta con entusiasmo sia da don Mattia sia dai ragazzi, che si sono dati da fare per autofinanziarsi il viaggio. Al percorso del gruppo parrocchiale si uniscono mio marito e i miei tre figli, che fin da piccoli sono stati abituati a vivere questi momenti di “famiglia allargata”».
Nella scelta della destinazione è stata fondamentale la presenza di don Graziano Gavioli, da due anni sacerdote fidei donum nelle Filippine: «Con
don Graziano ci conosciamo dai tempi delle superiori perché abbiamo fatto gli scout insieme – spiega Filippo –. La sua presenza ci ha dato un’ulteriore spinta a partire, ci ha convinti che era il momento giusto per concretizzare un’idea nata anni fa. Con Simona siamo cresciuti nello stesso ambiente, quello dello scoutismo, condividiamo da sempre valori e ideali, anche se siamo diversi in tanti aspetti. Lei è un vulcano di idee, io sono la parte razionale della coppia, ma non c’è mai stata discussione sul se partire, l’unico dubbio era il quando. E anche sul fatto di portare con noi Viola, Vera e Giacomo non abbiamo mai avuto dubbi: questa esperienza ci può dare tanto anche come famiglia».
A poco più di un mese dalla partenza quali sono le aspettative? «Rispondo sia da educatrice sia da mamma – precisa Simona –. Ci tengo molto che i ragazzi del gruppo giovani grandi di Ravarino facciano questa esperienza di fede vissuta, perché sono convinta che gli possa dare tanto, che possano tornare a casa cambiati, con più realismo. Per quanto riguarda i nostri figli, sono felice che fin da piccoli possano vedere che la vita di un cristiano è piena, che impegnarsi quotidianamente in parrocchia e fare queste esperienze è impegnativo, ma anche molto bello e gratificante. Loro sono molto carichi, ogni giorno mi fanno domande e pian piano stanno realizzando che visiteremo un luogo lontano e una realtà molto diversa dalla nostra. Troppo spesso la famiglia ha un ruolo marginale all’interno della comunità parrocchiale, mentre dovrebbe essere più presente perché ha tanto da dare». Sulla stessa linea il marito Filippo: «Siamo convinti che abbiamo da ricevere molto di più di quello che abbiamo da dare. Vivere le cose in prima persona è sempre meglio che sentirsele raccontare e questo è un insegnamento utile sia per noi che per i nostri figli». Insieme a don Mattia e ai Vincenzi saranno otto i giovani di Ravarino che raggiungerannodon Gavioli a Manila, ma l’intera parrocchia è stata coinvolta: «Già da due anni proponiamo iniziative per raccogliere fondi in vista di questo appuntamento, tra cene con delitto e la vendita di torte. Lo scorso ottobre
abbiamo proiettato un video realizzato dai ragazzi al termine della Messa comunitaria nel quale abbiamo presentato il nostro progetto di missione. La comunità sarà idealmente con noi grazie ai ragazzi del gruppo che non ci saranno: abbiamo creato un profilo Instagram per raccontare attraverso foto e video quello che succede a Manila».
Luca Beltrami
Pubblicato su Nostro Tempo del 23 giugno 2019