Venerdì 17 maggio il vescovo Erio Castellucci ha presieduto in Duomo a Modena la celebrazione eucaristica in ricordo di Luisa Guidotti Mistrali, medico, missionaria uccisa in Zimbabwe quasi quaranta anni fa: il 6 luglio 1979. Dal 1988 le spoglie di Luisa riposano proprio nel Duomo di Modena. In tanti hanno partecipato alla celebrazione e tra loro anche i bimbi della quinta elementare della scuola delle Figlie di Gesù che, dopo la celebrazione, hanno messo in scena il bellissimo recital “Luisa, una vita per gli altri” presso il Centro Culturale Alberione, dietro la Chiesa di San Domenico, parrocchia di Luisa prima di partire per l’Africa.
Proprio sul senso della vita donata per gli altri hanno insisto il vescovo Erio durante l’omelia e anche Maria Cavazzuti che ha ricordato la figura di Luisa al termine della celebrazione.
Entrambi hanno sottolineato l’attualità del messaggio della missionaria che ha saputo stare nel luogo in cui viveva con attenzione alla gente che incontrava nel desiderio di vivere il vangelo.
“Io non posso andarmene da qui perchè scomparirebbe la presenza della Chiesa, questo è il mio posto. Il posto che Luisa ha tenuto fino alla fine è il posto dei poveri. Luisa ha interpretato, come tanti missionari, l’interesse per il posto degli altri. In una società portata alla concorrenza e alla rivalità ciascuno cerca il proprio posto e lo tiene anche a costo di spingere fuori gli altri, un posto confortevole, largo, comodo. Molte persone sono attaccate alla poltrona. Il posto che Luisa occupava era piuttosto uno sgabello, un posto di passaggio che serve anche per vedere da più in alto ciò di cui gli altri hanno bisogno. Il posto che Luisa occupava era un posto scomodo” ha detto don Erio durante l’omelia.
Maria Cavazzuti ha ricordato la figura di Luisa con molta passione citando le sue lettere e anche la Parola di Dio: “Nel nostro tempo attaccato ad un individualismo feroce, che non solo esclude gli altri ma perfino li considera tendenzialmente nemici, la vicenda di Luisa forse non è di facile comprensione. Eppure per chi si sforza di vivere secondo il vangelo non solo a parole, la sua vita può essere considerata di una esemplare normalità. Luisa ha trovato di buon’ora la perla preziosa e rara della parabola e ha venduto tutto per comprarla. Non ha fatto un sacrificio, non l’ha fatto per meritarsi qualcosa in cambio, semplicemente la perla la rendeva felice e non sentiva la mancanza di quello che lasciava. La perla era l’amore del padre, l’amicizia coi fratelli e la pace con il suo cuore”.
Qui le foto della celebrazione
Qui il video dell’omelia del vescovo Erio
Qui il video della testimonianza di Maria Cavazzuti Guerzoni