#storiedimissione – beati Martiri d’Algeria

Vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia,
si ricordassero che la mia vita era “donata” a Dio e a questo paese

Henri, Paul-Hélène, Esther, Caridad, Jean, Charles, Christian, Alain, Angèle-Marie, Bibiane, Odette, Christian, Luc, Christophe, Bruno, Michel, Célestin, Paul, Pierre-Lucien. E assieme a loro circa duecentomila musulmani algerini, che non si piegarono all’uso violento della religione, non credettero ad un dio dal volto scuro e rabbioso, così come lo dipingevano i fanatici.

Sono gli anni del terrorismo, gli anni bui dell’Algeria, a fare da sfondo alla morte di questi 19 martiri. Tutto comincia quando nel ʼ91, durante le elezioni, il gruppo islamico estremista ottiene ampi consensi. Davanti al profilarsi di una Repubblica islamica, le elezioni vennero sospese, e nel ʼ92, con un colpo di stato, alcuni generali dell’esercito assunsero il potere. Gli estremisti, in risposta, si organizzarono nel Gruppo Islamico Armato, attaccando chiunque sostenesse il nuovo governo. Le conseguenze furono durissime: si contano migliaia di vittime, colpite indistintamente dalla loro appartenenza religiosa. Poi, il 30 ottobre 1993, arriva l’ultimatum: tutti gli stranieri devono andarsene o ricevere una morte violenta. In molti lasciano il paese, anche su pressione delle ambasciate. In molti, ma non tutti.
L’ultimatum scade: si inaugurano le stragi. Tra il 1994 e il 1996 sono 19 i cristiani che, in un contesto per anni familiare e quotidiano, trovano la morte per mano dei terroristi. Da ultimo, il vescovo di Orano Pierre Claverie, ucciso da un’autobomba assieme al suo autista e amico Mohamed, che aveva deciso di correre il rischio pur di vivere fino in fondo l’amicizia per Pierre, di testimoniare il Dio possibile del dialogo. «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13). Mohamed lo ha gridato con la sua scelta.
Perché decidere di restare? Perché non partire, per servire altrove il Signore? La riposta potrebbe essere dipinta con toni e linee diverse da ciascuno dei martiri. È però uno il filo che accomuna tutte queste biografie, un filo d’amore intessuto nell’arazzo della storia: la scelta di restare per testimoniare la forza silenziosa della pace, la decisione di sognare con Dio un mondo diverso e possibile, un mondo in cui non c’è muro di odio, discriminazione e violenza che sopravvivrà all’erosione umile, costante, luminosa, dell’amore. Questi martiri hanno detto sì alla logica del seme che muore per portare vita, sul’esempio di Gesù. E con ciò hanno gridato: un mondo diverso è possibile. Al loro grido e a quello di tutte le vittime musulmane degli anni neri dell’Algeria si uniscano anche le nostre voci.
Per concludere, riporto parte del testamento spirituale di frère Christian de Chergè, che con parole migliori e piene di vita racconta la sua scelta di essere dalla parte del rispetto e del dialogo:

«Se mi capitasse un giorno – e potrebbe essere oggi – di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia, si ricordassero che la mia vita era “donata” a Dio e a questo paese. Che essi accettassero che l’unico Signore di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipartita brutale […] So di quale disprezzo hanno potuto essere circondati gli Algerini, globalmente presi, e conosco anche quali caricature dell’Islam incoraggia un certo islamismo. E’ troppo facile mettersi la coscienza a posto identificando questa via religiosa con gli integrismi dei suoi estremismi. L’Algeria e l’Islam, per me, sono un’altra cosa, sono un corpo e un anima. L’ho proclamato abbastanza, mi sembra, in base a quanto ho visto e appreso per esperienza, ritrovando così spesso quel filo conduttore del Vangelo appreso sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima Chiesa proprio in Algeria, e, già allora, nel rispetto dei credenti musulmani. La mia morte, evidentemente, sembrerà dare ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo, o da idealista: “Dica, adesso, quello che ne pensa!”. Ma queste persone debbono sapere che sarà finalmente liberata la mia curiosità più lancinante. Ecco, potrò, se a Dio piace, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i Suoi figli dell’Islam così come li vede Lui, tutti illuminati dalla gloria del Cristo, frutto della Sua Passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre di stabilire la comunione, giocando con le differenze […]». [testo integrale: https://www.moines-tibhirine.org/it/les-7-freres/le-testament/51-testamento-spirituale-di-christian-de-cherge.html].

 

Ti preghiamo, Padre,
rendici capaci di sognare con te un mondo diverso,
dove le differenze sono occasione di dialogo,
dove il rispetto e la cura regnano sull’odio e l’indifferenza.
Ti preghiamo, Gesù,
fa’ di noi costruttori di ponti
in una società che troppo spesso alza muri;
insegnaci l’arte del rimanere,
per essere presenza silenziosa e forte della cultura del dialogo.
Ti preghiamo, Spirito,
donaci la tua forza perché vediamo sempre
una via d’amore aperta davanti a noi,
e se non la vediamo, rendici capaci di aprirla,
unendo le nostre voci al grido di chi ha osato e osa oggi
la pace. Amen.

 

Per continuare a riflettere sulle scelte di pace: l’Hirak algerino

https://www.nigrizia.it/notizia/lhirak-al-bivio-un-anno-dopo
https://www.amnesty.org/en/latest/campaigns/2019/12/algeria-hirak-protests/

 

Libri per approfondire

A. Candiard, Pierre e Mohamed. Algeria, due martiri dell’amicizia, EMI Editrice, Verona 2018.
C. de Chergé (e gli altri monaci di Tibhirine), Più forti dell’odio, Edizioni Qiqajon, Magnano 2006.
T. Georgeon, C. Henning, «La nostra morte non ci appartiene». La storia dei 19 martiri d’Algeria, EMI Editrice, Verona 2018.

 

Film e video per approfondire

Uomini di Dio (Des hommes et des dieux), diretto da X. Beauvois.

Siti per approfondire

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2018-12/beatificazione-19-martiri-algeria.html
https://www.avvenire.it/agora/pagine/i-martiri-di-algeria-tibhirine-e-gli-altri
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/beatificazione-a-orano-martiri-algerini (Molto bello, sul dialogo).