Betania. Betania è la casa dei poveri (beth – anya) ed è in questo spazio, la casa dei poveri, che noi sappiamo che Gesù andava sempre a riposare: la casa di Marta, la casa di Maria, la casa di Lazzaro, la casa spazio aperto, affinché tutti i poveri, gli impoveriti e le impoverite avessero luogo.
Betania non è solo un luogo geografico, è un luogo ecclesiologico, è un modo di essere Chiesa: una Chiesa di discepolato di uguali, una chiesa di frazione della Parola, Maria, e della frazione del Pane, Marta, una Chiesa comunità di uguali, una Chiesa casa dei poveri.
Ma a partire dalla seconda generazione, a partire dagli anni ’90 dopo Gesù, le comunità iniziano a mettere in discussione questo modo di essere Chiesa. E allora è necessario dire che se non si è una Chiesa di Betania, una Chiesa casa dei poveri, la Chiesa muore. E allora Lazzaro morirà. Il fratello amato di questa Chiesa di uguali. Lazzaro morirà. E Gesù piange! È una delle poche volte in cui i Vangeli fanno memoria del pianto di Gesù. Gesù piange. Gesù piange perché suo fratello Lazzaro è morto, piange perché questo modo di essere Chiesa casa dei poveri è a rischio. Le comunità vogliono una vita più tranquilla, magari con meno persecuzioni o con nessuna persecuzione da parte dell’impero, che è quello che avverrà; anche se poi tutti gli imperi dei poteri sopra, dei poteri arroganti, fino all’impero dell’estremo capitalismo che stiamo vivendo, estrattivista e finanziario, continueranno ad uccidere, ad ammazzare tutti coloro, donne e uomini, che sono alla sequela di Gesù.
Lazzaro muore. La comunità del quarto Vangelo, del Vangelo di Giovanni, ci dice che se non siamo una Chiesa di Betania, una Chiesa dei poveri, una Chiesa che fa spazio affinché tutti, tutte e tutto abbiano respiro, la Chiesa muore. Lazzaro muore e Gesù piange. Piange e prega. E ha bisogno della chiamata, del riconoscimento cristologico: Tu sei il Cristo, Tu puoi farlo vivere, Tu sei l’unto, Tu sei Figlio di Dio. Questa affermazione era negli altri Vangeli, nei Vangeli anteriori al quarto Vangelo, nei Vangeli sinottici, sempre nella bocca di Pietro, e questa volta sarà nella bocca di Marta: Marta dirà “Tu sei il Cristo. In Te Lazzaro può rivivere”. È un annuncio cristologico nella bocca delle donne, di una donna, Marta di Betania, Marta della casa dei poveri, e sarà questo annuncio, nella bocca di una comunità di uguali, fatta di uomini e donne alla sequela di Gesù, nella preghiera e nella forza, che viene dallo Spirito e procede dal Padre, del Figlio Gesù, il Cristo Gesù di Nazareth, il Cristo, che Lazzaro riprenderà vita.
In questa 5° domenica di Quaresima facciamo la scelta che è la scelta di Gesù: per oggi e ogni oggi fino alla vita che è per sempre dobbiamo essere Betania, casa degli impoveriti e delle impoverite. Lì, lì, nella casa che accoglie tutti e tutte e tutto, in un’ecologia integrale, lì la vita ha sempre l’ultima parola in Gesù, il Cristo. Amen. E continuiamo amando.