Mentre combattiamo contro il Coronavirus, non dobbiamo mai perdere di vista la guerra di Boko Haram e dei pastori Fulani.
Il gruppo terroristico Boko Haram in Nigeria e i pastori seminomadi di etnia fulani, entrambi di origine islamica fondamentalista, hanno assassinato più di mille cristiani in Nigeria da gennaio.
Le milizie islamiche fulani portano avanti una politica aggressiva e strategica di appropriazione della terre. Attaccano i villaggi rurali, cacciano gli abitanti e li sostituiscono.
In parallelo Boko Haram, che da vari anni dissemina il terrore nella regione nord-Orientale della Nigeria e anche nei Paesi vicini, ha promesso che continuerà a uccidere il più alto numero possibile di cristiani. Con la sua persecuzione brutale, il gruppo ha già sfollato centinaia di migliaia di persone in Nigeria.
La Nigeria resta anche sulla lista dei Paesi in cui si perseguitano maggiormente i cristiani – questi ultimi, del resto, sono il gruppo religioso più perseguitato del pianeta.
La Nigeria non è mai stata così insicura per i cristiani.
Non solo il nord-est del Paese. Ormai Boko Haram e gli altri gruppi islamisti nigeriani seminano il terrore ovunque. Lo dimostrano uccisioni e rapimenti che non si sono mai fermati. L’ultimo quello dei quattro seminaristi sequestrati l’8 gennaio scorso lungo l’autostrada Kaduna-Abuja.
Prima ancora la strage dei cristiani della vigilia di Natale. Soltanto dieci giorni fa, invece, è arrivata la notizia dell’omicidio del reverendo Lawan Andimi, il presidente dell’Associazione cristiana della Nigeria, rapito dallo stesso gruppo jihadista all’inizio del mese. Il brutale omicidio a distanza di una settimana dall’esecuzione choc di un altro cristiano, Dalep, studente di biologia all’università di Maiduguri, freddato con un colpo di pistola alla testa da un bambino di otto anni.
Un fiume di sangue senza fine che continua a scorrere, “nell’indifferenza”.
Basta massacri di civili innocenti
I vescovi e i cristiani della Nigeria in marcia di protesta pacifica.
Marcia pacifica e silenziosa ad Abuja, per conto di oltre 50 milioni di cattolici e oltre 100 milioni di cristiani in Nigeria
«Protestiamo contro le brutali uccisioni di nigeriani innocenti da parte di Boko Haram e di gruppi di pastori Fulani armati che invadono con la violenza le terre delle popolazioni dedite all’agricoltura. Abbiamo intrapreso una protesta pacifica per conto di oltre 50 milioni di cattolici e oltre 100 milioni di cristiani in Nigeria», ha affermato Mons. Augustine Akubueze, Arcivescovo di Benin City e Presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, che il 1° marzo ha guidato una marcia di protesta di centinaia di persone contro i sequestri a scopo di estorsione e i massacri commessi dai terroristi di Boko Haram e dai pastori Fulani in diverse aree del Paese.
L’uccisione dei figli di Dio è malvagia
«L’uccisione dei figli di Dio è malvagia, l’incapacità di proteggere persone innocenti dagli attacchi incessanti è malvagia, non perseguire i terroristi è una cosa malvagia, la risposta del nostro governo all’attacco dei terroristi è, usando un eufemismo, molto al di sotto della media», ha affermato Mons. Akubueze che ha ricordato «i massacri di massa, i rapimenti di bambini in età scolare, di viaggiatori, la devastazione di abitazioni private, di luoghi sacri come chiese, moschee e seminari».
La risposta dei terroristi islamici non è tardata ad arrivare. Il sacerdote P. David Echioda, proprio mentre nella capitale si svolgeva la marcia pacifica di protesta, è stato fermato per strada da un gruppo di persone armate che lo hanno rapito. P. Echioda era di ritorno dalla abituale messa domenicale.
Questo rapimento è solo l’ultimo di una lunga serie di rapimenti di sacerdoti e laici avvenuti in Nigeria.
Prima di Natale
L’ultimo gravissimo episodio risale a prima di Natale quando, in Nigeria, i terroristi islamici di Boko Haram hanno fucilato e decapitato 11 cristiani in una località sconosciuta. L’obiettivo era vendicare l’uccisione di alcuni loro leader in Medio Oriente. Altri cristiani erano stati uccisi pochi giorni prima nel nord-est del Paese. «Abbiamo ucciso i cristiani per vendicarci della morte dei nostri leader in Siria e Iraq», ripeteva uno dei terroristi ripresi dalla telecamera.
Governo insensibile
«I numerosi attacchi e la perdita di tante vite – Mons. Akubueze – sono ora considerati normali. Il nostro governo sembra completamente insensibile alla difficile situazione dei nigeriani; un governo che ignora totalmente le grida di chi l’ha eletto è pronto per un clamoroso fallimento. Non importa quale partito sia al potere».
Mons. Akubueze, alla fine della protesta pacifica nella capitale, ha fatto un appello alla comunità internazionale: “i massacri di massa, i rapimenti di bambini in età scolare, di viaggiatori, la devastazione di abitazioni private, di luoghi sacri come chiese, moschee e seminari.
La speranza
Poche ore fa è stata resa ufficiale la liberazione di P. Echioda, il sacerdote rapito domenica primo marzo. Con un messaggio della diocesi nigeriana di Otukpo, nello Stato di Benue, si comunica: “Siamo stati informati che p. David Echioda è stato rilasciato dai suoi rapitori. Grazie per le vostre preghiere e il vostro sostegno durante questo periodo di prova”.
P. Giuliano Pini