Con immenso dolore e stupore condividiamo che è morto venerdi sera in Madagascar a causa del Covid 19, Luciano Lanzoni, consacrato Servo della Chiesa, di anni 63. Carpigiano (MO), era arrivato in Madagascar nel 1990 e aveva lavorato principalmente ad Ambositra e Manakara e ultimamente a Mananjary.
Il 13 giugno Luciano era stato ricoverato per una sintomatologia riferibile al covid-19. Il 14 giugno si rendeva necessario il trasferimento all’ospedale di Manakara, qui adeguatamente ossigenato si registrava un miglioramento tanto che il 15 giugno con un messaggio vocale comunicava di sentirsi meglio e ringraziava di cuore tutti coloro che hanno pregato e pregano per lui. “Ho tribolato un po’ perché qui l’ossigeno è razionato e così anche i miei pensieri e le mie parole sono un po’ razionati al momento – ha affermato -. Vi saluto tutti e spero di mandarvi mie notizie domani”. Poi un nuovo aggravamento e il tentativo di trasferirlo in un altro ospedale più attrezzato, risultato inutile.
Oggi, sabato 19 giugno alle ore 14, si celebrano le esequie in Madagascar e il corpo di Luciano verrà tumulato presso la ferme St. Francois d’Assise di Manakara, Madagascar
A Carpi
La Diocesi di Carpi attraverso il Centro Missionario Diocesano invita alla preghiera in suffragio in ogni parrocchia nel corso delle celebrazioni di domenica 20 giugno. Il vescovo Erio Castellucci presiederà la Santa Messa domenica alle ore 11.15 nella chiesa della parrocchia di Quartirolo, sarà presente don Stefano Torelli, superiore dei Servi della Chiesa. Nella giornata di oggi, 19 giugno, alle ore 19 sempre nella chiesa parrocchiale di Quartirolo ci sarà la preghiera del Santo Rosario.
A Reggio Emilia
Oggi, 19 giugno, alle ore 19 a Masone di Reggio Emilia, sarà celebrata la Santa Messa in suffragio di Luciano e domani alle 21 recita del Santo Rosario.
Venerdì 25 giugno alle ore 21 in cattedrale a Reggio Emilia, messa in suffragio presieduta dal vescovo di Reggio E. Massimo Camisasca
A Modena
mercoledì 7 luglio alle ore 19 presso la chiesa parrocchiale di Bomporto (via per Modena 1) s. messa presieduta da p. Giuliano Stenico
Il 10 febbraio 2020 Luciano ha partecipato ad un incontro a Soliera (MO) insieme ad altri missionari in Madagascar
ecco come si è presentato
———————————————————
Un ricordo di Luciano Lanzoni.
Luciano Lanzoni era nato a Bomporto di Modena il 16.02.1958, poi la sua famiglia si era trasferita a Carpi, dove aveva ottenuto il diploma professionale presso l’Istituto “Vallauri”. Dopo aver lavorato per un periodo in fabbrica, in un maglificio, aveva poi deciso di lasciare lavoro sicuro e famiglia per andare a servire i più abbandonati, in un Centro di accoglienza per alcolizzati, tossicodipendenti e prostitute di Reggio Emilia, decidendo di consacrarsi, come laico, nell’Istituto Secolare dei Servi della Chiesa. Si era trasferito poi a Modena, dove ancora oggi ha lasciato tanti amici, per prestare il suo servizio, prima in un Centro di accoglienza e reinserimento per ex-carcerati ed in seguito al CEIS con i tossicodipendenti.
Nel 1990 partì come missionario laico in Madagascar, a servizio della diocesi locale di Ambositra, operando presso l’Akanin’ny marary, o “rifugio dei malati”, situato a 250 km dalla capitale, sull’altopiano centrale. Il Centro era stato aperto nel 1967 da un padre gesuita francese e da un frate malgascio per accogliere e recuperare con le cure ed il reinserimento sociale lebbrosi, tubercolotici, disabili fisici e mentali, detenuti. Dal 1976 la Diocesi di Reggio Emilia e il Centro Missionario Diocesano Reggio Emilia sono impegnate a sostenere questa opera diocesana con l’invio di missionari che ne assicurano il servizio e la continuità. Il loro lavoro, e negli ultimi anni quello di Luciano, aveva fatto sì che l’Akanin’ny Marary di Ambositra potesse disporre di diverse strutture per l’accoglienza, la cura ed il reinserimento sociale dei malati e dei disabili, quali:
Il Foyer Santa Maria, per l’accoglienza di tutti i malati cronici che necessitano di cure più o meno lunghe;
il Foyer Santa Teresa per il ricovero post-ospedaliero dei disabili e altri malati;
il Centro Ortopedico San Camillo, con il sostegno tecnico e formativo della Croce Rossa Internazionale, il centro più performante del Madagascar per la fabbricazione di protesi e altre apparecchiature ortopediche;
il Foyer Fialofana per la cura, il recupero ed il reinserimento di donne con problemi psichici gravi;
i Centri di prossimità, con le fattorie S. Paolo, S. Agnese e S. Maria della Pace, per il reinserimento lavorativo dei malati nei progetti agricoli;
e infine le Unità mediche Mobili, create da Luciano per visitare i villaggi più sperduti e stimolare le famiglie alle cure ed all’inserimento scolastico di bambini con ritardo mentale: inizia infatti in questo modo l’attività nel settore dimenticato dei malati mentali. Nel 2007 il Vescovo di Reggio Emilia trasferisce Luciano a Manakara, appartenente alla diocesi di Farafangana, a 400km più a sud, per seguire un nuovo progetto, in collaborazione con RTM, per la prevenzione e la cura di filariosi, lebbra, malaria e tubercolosi: qui forma il personale che raggiunge i villaggi più sperduti per insegnare la cura e la prevenzione di queste malattie.
Nel novembre 2009 la prima aggressione: durante un tentativo di rapina rischia la vita e viene ferito gravemente ad un polmone. Viene dato per spacciato, invece, ristabilitosi dopo alcuni mesi, riprende il suo normale lavoro.
Nel 2011 si mette a disposizione del Vescovo di Farafangana per attività di animazione e sviluppo delle popolazioni della periferia sud di Manakara e per il miglioramento delle condizioni di vita dei malati mentali della regione. Nel 2013 termina la costruzione del Centro di salute Mentale nell’ospedale di Ambositra finanziato con gli aiuti inviati dal Centro Missionario Carpi e del pronto soccorso per i bambini epilettici, oltre alla formazione del personale medico specializzato in neuropsichiatria.
Infine, nonostante il legame continuo con Ambositra, dove proseguiva la sua formazione del personale presso il Centro di Salute Mentale, aveva spostato il suo baricentro nella costa Est, dove viveva ad Analava, un quartiere/villaggio a sud di Manakara, ai margini della foresta, presso la fattoria S. Francesco d’Assisi.
Persona di grandissima umiltà, fede, allegria e simpatia, nei suoi 30 anni di vita missionaria aveva veramente saputo calarsi nella vita e nelle sofferenze del popolo malgascio, arrivando persino a dire, in occasione della seconda pesante rapina di cui era stato vittima lo scorso dicembre, mentre rientrava dall’inaugurazione del centro di fisioterapia di Nosy Varika: «Essere stato vittima di una rapina per la seconda volta in Madagascar mi ha fatto condividere la fatica di questa gente. Sei lì e ci sei in mezzo, fino in fondo. Gli autori di questo gesto sono ragazzini senza prospettive che diventano violenti gratuitamente. Ma non ho di certo perso di vista l’obiettivo di aiutare la popolazione locale e presto tornerò lì».
Dopo l’aggressione di ragazzini giovanissimi, mentre scaricava i bagagli, ricevendo bastonate in testa e un duro colpo all’occhio, al pronto soccorso il medico gli aveva prescritto anestesia, ago e filo dicendogli di andare a comprarli da solo, poiché lì non ne avevano. Era una metafora di quello stato di difficoltà della sanità pubblica di cui avrebbe poi fatto le spese nei suoi ultimi giorni.
L’avevamo incontrato visitando il progetto Tenantsika ad Ambositra, un’esperienza di produzione di compost organico da raccolta dei rifiuti urbani, realizzato grazie al suo collaboratore di sempre, Lohla Michel Andriamparany e a Lorenzo Pedroni dell’associazione Voandalana Suzzara, con il concorso della Caritas diocesana di Mantova, a favore del difficile reinserimento nella società dei detenuti a partire da alcuni mesi prima della fine della pena o in fasi successive. Con un accordo col comune di Ambositra, vengono portati in una piccola discarica nel quartiere periferico di Fasymena i camion della raccolta dei rifiuti urbani e qua la frazione organica, soprattutto gli scarti di mercatale, viene lasciata compostare in buche per circa 3 mesi, nonchè rivoltata periodicamente fino a essere trasportata al vicino centro di lavorazione, dove, con aggiunta foglie ricche in azoto e urina di zebù, viene ottenuto un compost – “Sesika Zina” – fine e di ottima qualità per usi orticoli. Voandalana Zina
L’avevamo lasciato incontrandolo nel coordinamento delle attività di “Formazione operatori per la fisiokinesiterapia” nel complesso ospedaliero Hopital Henintsoa (Vohipeno), sostenuto da diverse associazioni , in particolare AVSFM – Associazione Valdostana Solidarietà e Fratellanza con il Madagascar che aveva finanziato il progetto.
Lo avevamo lasciato impegnato nel progetto per la realizzazione di tre ambulatori per la riabilitazione delle persone con disabilità nel distretto di Mananjary, dove aveva promosso una convenzione con la Diocesi di Carpi per realizzare attività per i disabili. Il frutto di questa collaborazione aveva portato all’apertura di tre centri di fisioterapia, a Ifanadiana, Nosy Varika e Mananjary e all’identificazione di 250 disabili, bambini, giovani, adulti cui rivolgere le cure.
Lo avevamo lasciato alla Ferme Saint Francoise d’Assise , da dove provenivano gli olii essenziali comprati alla fine del 2020 per le associazioni e dove si occupava di formazione professionale e di alfabetizzazione dei tagliatori di legna e dei carbonai e del reinserimento lavorativo dei ragazzi e delle ragazze con il progetto “Diocesi Verde”.
Lo avevamo lasciato nell’agosto scorso, quando avevamo insieme imbastito il progetto di aiuti anti Covid-19 per gli ospedali della Costa Est del Madagascar finanziato dalla CEI, attraverso l’Associazione Valdostana Solidarietà e Fratellanza con il Madagascar (Sergio Zoppo); grazie ai fondi di emergenza di un bando finanziato dalla CEI – Conferenza Episcopale Italiana e promosso dal Coordinamento VIM Volontari Italiani per il Madagascar presso le associazioni aderenti, era stato possibile acquistare e distribuire presidi sanitari (visiere, mascherine, gel, camici, guanti, ecc.) e apparecchiature medicali per consentire agli operatori sanitari di agire con efficacia e in sicurezza.
Gli ospedali che avevano beneficiato di questo sostegno distribuiti lungo circa 120 chilometri, sulla costa Est del Madagascar, sono stati quelli di Ampasimanjeva, Henintsoa (Vohipeno), Marovahy a Mananjary e Farafangana.
Difficile proseguirne le orme, difficile tenerne il passo veloce e leggero e la bellezza del suo infaticabile incedere, ma la direzione è tracciata, altri ti seguiranno, Luciano, illuminali da lassù.
Condoglianze alla tua famiglia, ai tuoi cari, ai tuoi mille veri amici, affascinati dai racconti in allegro accento modenese anche delle cose più tragiche e condoglianze a tutti i Malgasci che piangeranno la perdita della tua guida, di genio, di braccia e di fede.
Riposa in pace, che la terra ti sia lieve.
(il ricordo è preso dalla pagina facebook “Amici del Madagascar”