Quando nel 2019 abbiamo iniziato il percorso per accompagnare questo ospedale collocato in un angolo di mondo verso un percorso di autonomia e gestione locale, erano stati fatti programmi, calendari, pianificazioni e tutto quanto qualsiasi progetto prevede. Poi, questo nemico-amico COVID 19, ha messo non solo lo zampino, ma qualche cosa di più in tutte le nostre vite, nei nostri programmi, calendari e pianificazioni, e la quasi certezza che tutto andasse all’aria era timore un po’ di tutti. Invece…. ecco qua che ci troviamo per il terzo Natale qui, alla Fondation Medicale d’Ampasimanjeva e abbiamo trovato un ospedale che ancora funziona, anzi, sta funzionando bene. Il Personale è riuscito a lavorare insieme, ognuno con le sue dinamiche ma in una relazione e confronto che stanno dando tante speranze. Non tutto è stato facile, e non tutto è facile e tanto meno lo sarà, ma quello che più emerge sono i tanti dipendenti che hanno a cuore questo Ospedale. Certamente sono consapevoli che ne va anche del loro stipendio e del mantenimento delle loro famiglie, come è corretto che sia in un mondo giusto, ma è altrettanto bello vedere le attenzioni continue che mettono per migliorarne sia l’aspetto “fisico” che le attività. Così come è stato sentito e apprezzato l’accompagnamento fatto dall’Italia, molto di più di quanto pensavamo.
I malati sono tantissimi, con numeri che stanno aumentando di settimana in settimana; da circa un mese è stata sistemata la strada che collega il Villaggio di Ampasimanjeva alla strada nazionale, e questo comporta che sempre più persone raggiungano l’Ospedale. Ci sono giornate dove le persone che arrivano per le visite e le persone che vengono per un piatto di riso e carne, sembrano non finire mai. Il personale nei Servizi di Medicina, Chirurgia, Maternità, Pediatria, Tubercolosi e le Suore della Casa di Carità cerca di dare risposta a tutti con quello che si ha, a volte non c’è tutto quello di cui ci sarebbe necessità, ma anche qui si fa quello che si può.
Non può certamente mancare in questa lettera, un cenno alla situazione COVID: cosa dire…tantissimi malati (anziani ….di 60 anni, giovani e bambini, arrivano con i classici sintomi di difficoltà respiratoria, capire poi se la causa è il fumo che continuamente respirano nelle capanne, tubercolosi, polmonite, malaria, COVID, non sempre è facile; certo è che i pochi test che abbiamo per il COVID sono quasi sempre positivi, oltre a una sintomatologia che non lascia molti dubbi. La Direzione Sanitaria del Distretto ha coinvolto l’Ospedale nella Campagna Vaccinale, è quindi iniziata una sensibilizzazione costante alle persone che frequentano l’ospedale come pazienti o come famigliari che accompagnano, speriamo che i numeri delle persone che decidono di vaccinarsi aumenti. Grazie ai vostri aiuti, tutto il personale ha sempre avuto a disposizione quanto necessario per proteggersi; qualcuno purtroppo si è ammalato, ma nessuno con sintomi troppo gravi e anche per questo un bellissimo grazie al Buon Dio. Tutti però hanno vissuto con sgomento e tanta tristezza la morte di Luciano Lanzoni, nostro Missionario che tante volte è passato dalla Fondation Medicale per portare un malato, per una visita di cortesia, per accompagnare una suora o un volontario, per un progetto e per tantissimi altri motivi.
Farmaci nel Paese ne mancano sempre di più, perché a forza di chiusure dei trasporti, anche le scorte centrali iniziano a essere in difficoltà, e i prezzi dei trasporti via nave hanno assunto costi quasi insostenibili, per cui tutto il Madagascar è in estrema difficoltà, ma cerchiamo continuamente di recuperare quanto è possibile grazie ai tantissimi amici e colleghi in Italia che hanno a cuore l’Ospedale e sono veramente tantissime persone, a cui possiamo solo dire grazie.
Per concludere, in questo Natale 2021 un grazie davvero a tutto il Personale, un grazie speciale alle Suore della Casa della Carità che hanno saputo accompagnare con discrezione ma con una presenza importante questo cammino nel quale tutti speriamo anche se i timori erano e sono ancora tanti, e un grazie a chi dall’Italia mette tempo, competenze e cuore per sostenere il cammino della Fondation Medicale d’Ampasimanjeva, verso una autonomia locale, cammino che è iniziato ma non è certo terminato.
Cecilia Pellicciari