La morte di suor Genoveffa Giannasi

A pochi mesi di distanza dal fratello, p. Aldo, a lungo missionario in Mali e Algeria, il 17 gennaio si è spenta a Verona suor Genoveffa Giannasi, missionaria comboniana nata a Frassinoro nel 1930.

Ha vissuto per oltre 40 anni in Africa, soprattutto in Uganda dopo essersi formata a Londra per 10 anni. Nel 2008 in occasione di un periodo di riposo in Italia, pochi giorni prima del rientro in Uganda, le è stato riscontrato un problema di salute che non le ha permesso il ritorno nella tanto amata terra africana. Suor Genoveffa era dispiaciuta per questo mancato ritorno ma nello stesso tempo grata per tutto quello che aveva vissuto a servizio dei poveri e dei malati ed ha continuato a farlo a Pavullo per poi trasferirsi a Verona negli ultimi anni. Era infermiera e non mancava mai di raccontare che il suor servizio si è svolto quasi sempre in zone di guerra. Nel 1967 era partita per l’Egitto e poco tempo dopo il suo arrivo, allo scoppio della guerra con Israele, l’ospedale in cui operava è stato evacuato dai malati civili ed è diventato ospedale militare per i feriti della guerra nel Sinai. Fin da subito suor Genoveffa si è occupata, oltre che del servizio in ospedale, della formazione delle infermiere consapevole del fatto che i missionari non sarebbero rimasti per sempre. Potremmo dire che ha fatto suo il motto di San Daniele Comboni, fondatore dell’istituto religioso di cui faceva parte: “Salvare l’Africa con l’Africa”.

Nel 1970 viene trasferita in Uganda, nell’ospedale di Kalongo fondato dal medico comboniano Giuseppe Ambrosoli, recentemente beatificato. I primi dieci anni in Uganda di suor Genoveffa sono stati caratterizzati dalla dittatura di Ida Amin Dada che si contraddistinse per ferocia anche verso alcune etnie del suo popolo ugandese e causò la morte di almeno trecentomila persone. I missionari però rimasero nonostante i rischi, anche invitati dalla gente che diceva loro: “siete la nostra unica speranza”. (sul canale youtube Missio Modena potete trovare una testimonianza video di suor Genoveffa). Quando Amin fu destituito si succedettero vari colpi di stato che portarono anche alla chiusura dell’ospedale dove operava suor Genoveffa che per alcuni anni fu costretta a traferirsi in Karamoja dove rimase vittima di due imboscate.

Nel 1996 viene trasferita a Gulu, sempre nel nord dell’Uganda, centro della ribellione contro il governo centrale e l’ospedale in cui opera suor Genoveffa diventa ogni notte luogo di rifugio per migliaia di persone costrette ad abbandonare le loro case. Nel 2000 l’epidemia di ebola si diffonde in Uganda proprio a Gulu e causa la morte di centinaia di persone; tra di loro anche 12 infermieri dell’ospedale, 2 consorelle di suor Genoveffa e il dottor Matthew Lukwiya, primo ad individuare la gravità dell’epidemia senza però risparmiarsi nell’assistenza ai contagiati.

Una delle ultime volte che abbiamo incontrato suor Genoveffa Giannasi era con suor Nunzi Giannotti entrambe missionarie comboniane originarie di Frassinoro.

Suor Genoveffa ci parlò degli oltre quarant’anni di vita missionaria prima in Egitto ma soprattutto in Uganda. Ha raccontato di guerre, dittatura e del virus ebola ma chiudeva ogni frase con l’espressione “è stato bello!” Davvero una vita vissuta pienamente e gioiosamente perché donata ai più poveri e ammalati. Grazie suor Genoveffa per tutto quello che sei stata!

Francesco Panigadi