Questi sorrisi portano i nomi di Julia, Micaela, Sara, Umberto, Lesley, Roberto, Alessandro, Rita Melania e Maria Laura. Arrivano dallo Zimbabwe per il progetto “Happy doctor” per riprendere e migliorare i collegamenti di cooperazione sanitaria internazionale tra Modena e lo Zimbabwe.
Tutto era cominciato quando Luisa Guidotti Mistrali (1932-1979) era partita nel 1966 come membro dell’Associazione Femminile Medico Missionaria (A.F.M.M.). In una lettera Luisa scriveva che la chiamavano “Happy doctor” per la sua ambulanza di lebbrosi che cantavano, mettendo le radici di quella che ora chiamiamo cooperazione per lo sviluppo sostenibile, su invito di Papa Francesco con l’enciclica “Laudato si’” e dall’ONU con il programma dell’Agenda 2030.
La storia di Luisa continua a regalarci sorrisi.
Era il 2019, a 40 anni dalla uccisione di Luisa, quando invitata ad un evento della FAO per l’Agenda 2030 al nostro Team era stato assegnato l’Obiettivo 4 “quality education” ed avevo proposto l’idea di raccontare storie vere, difficili e straordinarie come quella di Luisa per fare formazione collegata ai Sustainable Development Goals (SDGs): ero così passata dalla sede dell’AFMM, poco distante, per incontrare le dottoresse, colleghe di Luisa, Neela, Aleyamma ed Enza, per poi incontrare alla fiera un imprenditore di Rimini, che mi aveva passato al telefono dallo Zimbabwe, il Dr. Massimo Migani, direttore del Luisa Guidotti Hospital, con cui parlavo per la prima volta proprio il giorno del compleanno di Luisa. Quel giorno il 17 maggio 2019 gli esperti del Team 4 erano stati premiati, mentre in treno stavo rientrando per la messa in Duomo per Luisa. A dicembre dello stesso anno Massimo e le colleghe consorelle di Luisa avevano espresso un desiderio e una preghiera sulla sua tomba.
Dopo 3 anni, 17 dicembre 2022, mentre Francesco Panigadi di Missio Modena rientrava dallo Zimbabwe per il videodocumentario ora su youtube, è giunta la notizia del decreto di venerabile firmato dal Papa per le sue virtù eroiche ed abbiamo portato la “buona novella” direttamente alla messa organizzata dall’Associazione Medici Cattolici, la cui sezione di Modena è dedicata a Luisa. Ormai ci accompagna in queste “dioincidenze”, legando amicizia tra le persone lungo il cammimo.
Abbiamo cosí potuto riprendere il collegamento tra gli ospedali di Modena, Emilia-Romagna e Zimbabwe e impostare il progetto “Happy doctor” grazie all’Ufficio Missionario diocesano, all’Associazione Progetto Casa Aperta ODV di Modena e all’Ass. Femminile Medico Missionaria di Roma. Il collegamento risale sin dagli anni ’70, grazie a famigliari ed amici di Luisa, tra cui in particolare Lucia Orsetti, ora ultranovantenne, a cui ci siamo affiancati con l’Ass. Progetto Casa Aperta ODV nata in San Domenico, quando ancora era parrocchia.
Appena abbiamo illustrato il progetto alla dr.ssa Micaela Piccoli, Direttore di Chirurgia generale, d’Urgenza e Nuove tecnologie dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena, si è subito attivata per organizzare un viaggio esplorativo. Ha cosi’ coinvolto un team sanitario di eccellenza dell’Azienda Ospedaliera di Modena. In particolare: la Dr.ssa Rita Conigliaro, Direttore di Gastroeterologia Endoscopia digestiva; l’Ing. Roberto Savigni, Responsabile dell’Infrastruttura Tecnologica Sevizio Tecnologie Informatiche; Umberto Filippi, coordinatore infermieristico Blocco Operatorio e Verzanini Alessandro, tecnico di ingegneria clinica; oltre alla Dr.ssa Lesley De Pietri, Direttore Anestesia e Terapia intensiva post operatoria e del dolore, Istituto Ortopendico Rizzoli di Bologna. Destinazione? Prima tappa il St Albert Hospital, gestito dal 1984 dalla prima allieva di Luisa, la Dr.ssa Elisabeth Tarira (1951-2012) e ora dalla Dr.ssa Julia Musariri, entrambe africane laureate in medicina in Italia grazie all’AFMM; poi il Luisa Guidotti Hospital, dove Luisa aveva lavorato ed ora gestito dal Dr Migani.
Il Team sanitario resterà in Zimbabwe per due settimane accompagnato da Maria Laura Guidotti come famigliare e membro dell’Ass. Progetto Casa Aperta ODV e dalla Dr.ssa Sara Arrakal dell’AFMM di Roma. Oltre a rendersi conto di persona della situazione, il viaggio è occassione reciproca di fratellanza per cercare di essere come Luisa “shona con gli shona” e vivere insieme la gioia delle celebrazioni per la sua venerabilità e la ricorrenza dei 40 anni di dedicazione dell’ospedale a suo nome. Luisa continua a guidarci con il tuo sorriso in questo cammino per capire cosa sia la collaborazione per vero sviluppo sostenibile e la storia potrà continuare!