Ambalavao significa ‘nuovo villaggio’, e oggi, alla fine della vita piena vissuta qui, io, proprio come Ambalavao, mi sento nuova.
Ambalavao è un luogo senza tempo. Che ho potuto guardare in modo curioso e grato, senza andare mai di fretta. Ho camminato attraverso profumi, colori, persone, musica, cibo e oggetti di ogni tipo e tempo.
Mi sono lasciata avvolgere dall’anima di Ambalavao.
Occhi sempre aperti perché nelle stradine di Ambalavao un bambino, un adulto, una gallina, un bue o un banchetto pieno di cibo, possono sbucare all’improvviso.
Ad Ambalavao ho imparato veramente che le cose che contano davvero nella vita non sono cose: una risata piena di amore, un ago e un filo e tanti colori, una mano che si allunga, tenere in braccio un bimbo di nome Faneva, capirsi con uno sguardo.
Grazie Ambalavao per avermi dato il coraggio, ogni giorno, di accorgermi della bellezza intorno a me e dentro di me.
Grazie perché con te ho deciso di mettere nel mio cuore l’amore, la leggerezza, la condivisione fraterna, che mi sono passate accanto e che, tante volte, hanno incontrato i miei occhi, non facendomene scappare nemmeno un briciolo.
Ad Ambalavao mi hanno insegnato ad amare semplicemente, a godersi e ad accogliere l’amore semplicemente, ad essere me stessa semplicemente, a pregare semplicemente, a stare con e per gli altri in modo semplice, a giocare, cantare, baciare e abbracciare in modo semplice.
Grazie Ambalavao perché finalmente, con te, ho scoperto la meraviglia di giocare la mia parte, di esserci davvero, di non stare più solo a guardare.
Grazie Ambalavao per la libertà:
La libertà del cielo di essere di tanti colori stupendi tutti insieme. La libertà di essere chi si è, semplicemente. La libertà dei bambini di chiedere una carezza, di correre scalzi. La libertà di chi arriva e si sente subito a casa.
Grazie alla scuola di Ambalavao, ai bambini che mi hanno accolta stringendomi le mani e portandomi a correre con loro. Ai loro sguardi curiosi, che sono riusciti a farmi sentire speciale. Ai bambini della scuola materna, che ho avuto la fortuna di incontrare e guardare con occhi che sanno che stanno guardando qualcuno di raro e prezioso. Grazie perché con voi il tempo non è mai stato importante, non è mai stato troppo, o poco, è stato perfetto per potervi guardare, accarezzare, abbracciare e per farmi accorgere che davanti a me avevo l’amore più puro che avrei mai potuto incontrare.
Grazie Suor Sidonie, Suor Gisele, Suor Fidel, Suor Marie Jacqueline, Suor Marie Juliette, Natacha, Laurence, Larissa, Dorette per avermi insegnato che fare le cose insieme è più bello che farle da soli. Per avermi insegnato a guardare le persone davanti a me con amore. Per avermi insegnato a fermarmi anche quando il mondo intorno a noi corre.
Per avermi insegnato la bellezza del mangiare insieme a chi ami. Per avermi insegnato che ridere insieme è più bello. Grazie per avermi insegnato a ringraziarsi dopo una giornata bellissima passata insieme e ad avere cura degli altri, qui e a casa.
Grazie per le lezioni di italiano e malgascio, per aver fatto incontrare e contaminare due mondi lontani ma che sono arrivati ad essere vicinissimi.
Grazie perché con voi ho imparato che essere gentili è più bello che essere scontrosi.
Grazie per non avermi fatta sentire da sola.
Quando torni dal mercato, o da qualunque commissione che sia durata un’ora o tutto il giorno, vieni accolta dalle suore sempre con ‘tonga sua’.
E io è così che mi sono sentita ad Ambalavao con voi, ogni giorno: “benvenuta, ben arrivata.”
Ho sentito la bellezza di chi davvero vuole che io ci sia.
Ad Ambalavao ho scoperto, dopo poco, che fuori c’è un vero caldo. Oggi so che il caldo non è solo fuori, il caldo è in questa casa, in chi ci vive dentro: una casa calda, buona, viva; in questa scuola e nei bimbi che la rendono autentica e straordinaria.
Grazie Ambalavao, per me sei stato un vero dono. Qui tutto ha avuto, per me, un valore diverso.
È stato bellissimo, quel ‘bellissimo’ il cui semplice stare insieme senza far niente, è già un piacere.
“Mahafinaritra ny miaraka aminao.” I bimbi a scuola mi hanno salutata così. E io oggi, così, saluto Ambalavao, dicendogli che è stato fantastico stare insieme.
Eleonora