Lettera di Debora dal Madagascar

Ampasimanjeva, 01 giugno 2024

“Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno” (Lc 1, 42)

Ieri, nella festa della Visitazione di Maria ad Elisabetta, mi è rimasto impresso l’incontro fra queste due donne, la gioia nel vedersi e l’importanza che danno alla vita che portano in grembo. Allora ho pensato alle tante mamme che ho incontrato qui e nella mia vita in generale, a come è stato bello vedere questo amore che ti fa fare tutto, che ti fa mettere da parte la stanchezza per pensare prima di tutto alla vita di tuo figlio, al suo bene, al suo essere felice.

Questa settimana sono salita a Tamatave, città molto lontana da qui, nel nord del Madagascar, per partecipare alla Cresima di Miantsa, la figlia di Hanta, ostetrica dell’ospedale e mia vicina di casa. La figlia quindicenne è già qualche anno che abita molto lontana dalla mamma per studiare ma nel periodo di luglio e agosto, quando le scuole sono chiuse, viene qui a passare un po’ di tempo con la mamma e il fratellino Nekena. L’anno scorso, mentre lei era qui, è nato un bel rapporto tra noi, e sono stata molto contenta di essere stata coinvolta e invitata alla sua Cresima; partecipare ad un passo molto importante per lei e una festa grande per la famiglia di Hanta mi ha ripetuto la bellezza di accompagnarsi e crescere insieme.

E proprio nel lungo viaggio di andata in taxibrousse (gli autobus di qui) che è durato 26 ore, ho vissuto a stretto contatto con due mamme; sedute vicino a me da una parte c’era appunto Hanta, che si preparava all’incontro con la figlia e gran parte della sua famiglia, che non vedeva da tanto tempo e dall’altra la mamma di una bimba di un mese e mezzo che ritornava a Tamatave, sola, con la sua piccola, dopo avere partorito lontano. Poco dopo la partenza la mamma ha iniziato ad avere il mal di macchina e a vomitare, con la difficoltà di avere la bambina in braccio. Volevo offrirmi per aiutarla ma ero in imbarazzo; poco dopo, con fiducia, è stata lei a passarmi la bimba e tutto il viaggio è stato caratterizzato da questo scambio, appena faceva un versetto lei la prendeva per darle da mangiare e poi la lasciava di nuovo a me. Hanta dall’altra parte osservava e mi dava qualche consiglio da ostetrica e da mamma e mi prendeva in giro perché quando la piccola piangeva non sapevo cosa fare e mi diceva che devo ancora fare allenamento con i bimbi così piccoli. Quando mancava poco all’arrivo la mamma mi ha sorriso e io pensavo che volesse darmi di nuovo la bimba, invece mi ha detto: “Non importa che tu prenda la bimba, adesso sto bene”; li è stata l’occasione per chiederle come si chiamava la piccola e ha detto “Nekena”, proprio come il bimbo di Hanta. Una coincidenza che mi ha fatto proprio venire in mente l’incontro tra Maria ed Elisabetta, mamme con storie diverse ma che nonostante le fatiche, esprimono la gioia comune di poter donare e amare senza condizioni. La bella sorpresa è stata che quando siamo arrivate, ad accogliere Nekena c’era il suo papà e la mamma stanca dal viaggio, ha potuto finalmente darlo a lui. E il giorno dopo, insieme alla Cresima abbiamo festeggiato alla grande anche la festa della mamma (che qui è l’ultima domenica di maggio). Questo viaggio, apparentemente tempo perso, è stato invece tempo ricco per me, che mi ha dato luce su come spesso il mio essere qui è solo una chiamata a stare accanto alle persone, a volte in modo silenzioso, osservando e ascoltando, sententomi spesso inadatta, senza parole, ma con la voglia di stare vicino, per quel che posso e riesco a chi il Signore mi mette accanto..

Questi ultimi mesi sono stati caraterizzati anche da relazioni nuove o da relazioni già nate ma approfondite sempre un po’ di più;
la presenza di Pietro e Francesco qui, due giovani medici di Reggio che hanno deciso di passare qualche mese ad Ampasimanjeva, in questo ospedale, spendendosi nel lavoro, ma anche e soprattutto nelle relazioni con noi e con il popolo di qui, mi ha dato la possibilità di condividere, con lavoro, vita, pensieri, giochi e soprattutto risate in modo naturale..

La “nascita” della squadra di calcio femminile dell’ospedale, formata da qualche dipendente e qualche ragazza del villaggio, che ha messo insieme la mia passione per il calcio e la voglia di condividere e conoscersi sempre un po’ di più..
I giochi con i bimbi, mestri di semplicità e voglia di stare insieme, che mi aiutano ad abbattere le barriere, e mi dare la possibilità di stare, così come sono, piccola anche io, con loro..

La crescita a vista d’occhio di Ludovica Toky, che mi mette in mostra ogni giorno quando è bello e importante imparare e crescere con piccoli passi quotidiani..
La vita di questo anno e mezzo con Lei e Manu e Terri, che tra poche settimane rientrano in Italia, è stata un regalo, un’occasione per crescere insieme ad una famiglia giovane, e condividere ogni giorno le gioie e le fatiche di questo tempo qui!

Grazie Signore per ogni mamma che come la tua dice si al Signore per questi incontri e questi intrecci che mi dicono che fai cose grandi!

Sempre grazie a voi che mi accompagnate!
A presto,
Debbi