Il nostro viaggio in Malawi
Il Malawi rientra nella classifica tra i dieci Paesi più poveri del mondo, ma più che povero è giusto definirlo “impoverito”.
E’ una terra costellata di villaggi che vivono perlopiù di sussistenza. Lo stile di vita è basato su lavori manuali, principalmente agricoli e artigianali.
Il turismo è quasi inesistente e la maggior parte della popolazione vive con meno di 1,26 dollari al giorno.
Dal centro missionario di Modena e Carpi siamo partite in otto ragazze tra i 18 e i 24 anni e siamo state ospitate dalle suore Francescane Ausiliarie Laiche Missionarie dell’Immacolata (di cui fa parte sister Anna, missionaria di Carpi) nel villaggio di Lunzu, a 10km da Blantyre, una delle principali città del Malawi. Lì, il paesaggio è caratterizzato dalla tipica terra rossa, da vegetazione e montagne, un’unica strada asfaltata, dal mercato ai bordi di questa, e da luoghi pieni di persone e soprattutto bambini.
Il nostro servizio principale era quello di organizzare un centro estivo per i bambini del villaggio, proponendo giochi, balli e attività, con l’aiuto di qualche ragazzo del posto.
I bambini, dai 2 ai 14 anni, non erano mai un numero ben definito: tendenzialmente almeno 70/80, ma alcuni giorni sono arrivati anche a 120/130.
Ogni mattina ci recavamo alla “Library”, un luogo composto da una stanza con sedie e tavoli dove i bambini disegnavano e coloravano; poi le attività continuavano nel giardino.
Grazie a raccolte fondi realizzate prima della partenza abbiamo avuto la possibilità di dare ogni giorno la merenda ai bambini: una tazza di tè e un mandasi, un dolcetto simile a una ciambellina fritta.
Al pomeriggio invece le attività erano diversificate a seconda dei giorni.
Circa 2/3 volte a settimana svolgevamo ancora una volta attività con i bambini, che venivano ospitati nel giardino della casa delle sisters.
Un’altra realtà che abbiamo avuto la possibilità di conoscere è stata quella del carcere: il Centro di Riabilitazione Giovanile di Bwumbwe dove sono detenuti ragazzi dai 18 ai 25 anni (circa 400 persone), e il carcere di Chichiri dove stanno gli adulti (circa 2500 persone).
In queste realtà, sempre grazie a fondi raccolti, abbiamo consegnato un pasto a tutti i detenuti, distribuito zucchero, saponette, creme idratanti e spazzolini ai malati e ai più giovani, e poi abbiamo premiato i vincitori di alcuni tornei sportivi organizzati all’interno delle strutture.
Infine abbiamo avuto modo di passare del tempo anche con i ragazzi nostri coetanei, con i quali principalmente abbiamo giocato a pallavolo, perché c’è il desiderio prossimamente di creare a Lunzu una squadra di pallavolo che possa prendere parte a qualche competizione.
Inoltre le donazioni raccolte ci hanno permesso di regalare giochi (altalena, scivolo, pinco panco e giostra) a uno degli asili realizzati grazie all’aiuto di Sister Anna, materiale scolastico, materiale sportivo (palle, corde, cinesini, ecc.), vestiti, scarpe, saponette, medicine.
Per chi è partito è stata un’esperienza unica che ti permette di vivere quella realtà, così distante dalla nostra, e di immergerti completamente.
Siamo tornate con l’idea di non aver solo donato, ma di aver soprattutto ricevuto.
Gli sguardi, i volti, i sorrisi, i saluti, gli abbracci avevano un sapore autentico e genuino.
Il tempo là scorre a ritmi suoi, e ogni giornata è piena di emozioni, fascino, soprese.
Può mancare l’elettricità, la benzina, l’acqua calda, la connessione telefonica, ma non manca quello stile di vita vero e pieno, che speriamo di portare per sempre nel cuore anche nella routine italiana, spesso stressante e totalizzante.
I giorni in quella terra sono stati intensi, ma anche veloci, è forte il desiderio di ritornare, per fare del bene e farci del bene.
Ecco alcune foto del viaggio :