Lettera di Giacomo dal Ciad: la settimana Santa

Ciao cari amici!
Ormai è da un anno che non ci vediamo (il 10 aprile è passato ormai da qualche tempo). Si lo so avevo detto a tutti: “faccio un anno in Ciad e poi ritorno” e, invece, sono ancora qui. In ogni caso ormai il mio tempo qui è agli sgoccioli. In un modo o in un altro tra circa due mesi ci rivedremo in giro per Modena (come la canzone incredibile che potete trovare su you tube “vado in giro per Modena”).
È con grande emozione che vi scrivo queste righe, l’emozione per la pasqua appena passata! Ricca di entusiasmo e di gioia. Non penso di aver mai passato una pasqua gioiosa come quella di quest’anno. Il sabato sera abbiamo iniziato la celebrazione alle 17 e abbiamo finito alle 22 abbondanti… ma quale gioia che abbiamo condiviso in questa celebrazione! Ci sono stati ben 55 battesimi! È stato incredibile. C’era un ambiente da stadio!
Proverò a raccontarvi un po’ come va e come è andata la Pasqua!

(a questo link video e foto della settimana Santa)

Prima di tutto nelle due settimane precedenti la settimana santa ho viaggiato verso il sud del paese. (qui il link alle foto del viaggio) Più precisamente a Mondou. Nel giro di due giorni sono passato da Amdjaras (circa 500 km da Abéché verso nord) a Mondou facendo circa 3000 km di viaggio. Nel sud ho potuto osservare con in miei occhi quello che avevo sentito dire da molti: il paese è completamente diverso. Alberi ovunque, acqua, campi villaggi… insomma mi sono ritrovato in una realtà molto diversa ma allo stesso tempo profondamente interessante. Stando poco più di una settimana non ho avuto occasione di approfondire troppo, ma è stato importante per me per poter cogliere certi usi dei giovani che sono nella nostra parrocchia (tutti originari del sud). Sono andato a trovare la comunità di Chemin Neuf presente in un villaggio a 15 km dalla città. Ho potuto vedere la vita del villaggio, con la gente che parte ai campi a lavorare, e le mamme che partono in città a vendere i propri prodotti ottenuti dalla terra. Ho visto le persone radunarsi la sera insieme, intorno alla bevanda tradizionale preparata da qualche mamma del villaggio… insomma ho grattato la superficie di una realtà altrettanto interessante, ma che allo stesso tempo ho sentito profondamente diversa da quella a cui siamo abituati ad Abéché. Sulla strada mi sono poi fermato a Palà, una cittadina circa sulla strada (ho dovuto prendere un passaggio in macchina su quelle che chiamano “occasioni di mercato” per arrivare alla città, pensavo di non arrivare più visto che ogni due secondi la macchina si fermava per raccogliere altra gente sulla macchina che era irrealmente piena di gente e di bagagli) per visitare un amico seminarista che avevo conosciuto a Abéché e che diventerà prete diocesano per Mongo. Rientrato a Abéché mi aspettava una bella sorpresa. Da ormai 2 settimane la società dell’acqua non aveva dato nemmeno una goccia alla parrocchia (normalmente l’acqua arriva ogni due tre giorni, noi abbiamo qualche cisterna da riempire per poter resister quei due o tre giorni) ed ecco che occorre partire in macchina a una decina di km per cercare l’acqua, visto che durante tutta la settimana santa ci sono diversi gruppi che passano la notte alla parrocchia per preparare il triduo e per altre formazioni.
Di fatto abbiamo passato tutta la settimana a fare avanti e indietro per rifornire l’acqua per i vari gruppi e anche per aiutare qualche famiglia del quartiere che non aveva i mezzi per poter cercare l’acqua.
In tutto questo la settimana è passata in un lampo. Giovedì santo e venerdì sono arrivati in fretta.
Finalmente arriva il sabato ed ecco la grande sorpresa. Qui i battesimi si fanno tutti insieme e, soprattutto, sono praticamente solo degli adulti che si battezzano. Nella messa del sabato abbiamo celebrato i battesimi. Non so bene come descrivere questo evento ma è stato davvero qualcosa di straordinario. L’assemblea, fino al momento del battesimo, era rimasta, tutto sommato, tranquilla. Poi apriamo la “vasca battesimale” in cui i catecumeni saranno immersi, e comincia la gioia. Cominciano i canti, le urla… ho davvero avuto la sensazione che, come comunità, accompagnassimo e spingessimo questi giovani verso il battesimo. L’emozione è stata incredibile! Poi, finiti tutti i battesimi, i battezzati sono tornati nell’assemblea vestiti di bianco, e ognuno di loro con una lampada. E anche nei giorni successivi ancora tutti i battezzati venivano a messa vestiti di bianco e con la loro lampada ancora accesa. Tuttora i battezzati vengono alla messa mattinale con lampada e vestito bianco. È stata davvero una esperienza forte e coinvolgente, davvero la comunità è stata parte di questo sacramento che è stato donato a questi giovani.
È stata questa la nostra a pasqua qui ad Abéché, da un lato in ricerca di acqua per dare qualcosa da bere e per permettere di preparare il mangiare ai vari gruppi e fedeli, dall’altro una grande gioia per i nuovi battezzati che si sono uniti alla nostra comunità! Questa pasqua mi ha lasciato tante domande nel cuore e tante provocazioni!!
Mi ha colpito molto per esempio come la comunità è davvero partecipe del sacramento offerto ai fedeli. Non eravamo solo testimoni, ma ho avuto come la sensazione di essere parte di questo sacramento. La domenica mattina, poi, uno dei nuovi battezzati si è anche sposato! Ho gia visti diversi matrimoni qui in Ciad, e mi colpisce sempre la semplicità e la naturalezza di come questi vengono fatti. Di come il centro sia davvero il fatto che i due sposi si ritrovino davanti a Dio e per unirsi. Spesso dopo la celebrazione ritrovi gli sposi a dare una mano alla comunità per riordinare le cose della messa. Una volta una coppia si è sposata, e 5 minuti dopo la messa ho ritrovato i due sposi a spazzare la chiesa… mi ha colpito molto questa semplicità del celebrare i sacramenti, e di come il gesto stesso sia al centro insieme alle persone che lo compiono. Di come, dopo la messa non c’è nessun pranzone ne festa fino a sera!
Insomma, ho davvero avuto occasione di fare esperienza di una diversità in questa pasqua, di una semplicità che mi ha disarmato. Ho sentito il desiderio e la sensazione che fosse importante provare a passare la pasqua con coloro che tutti si dimenticano. Riflettevo in questi giorni, infatti, di come io nei giorni di festa dedichi tempo sempre a coloro che sono i miei amici, i miei parenti… e tutto questo è naturale, ma mi sono chiesto, forse per la prima volta, “come passano la pasqua i quelli che sono in carcere? Le persone in difficolta e che aiutiamo tutto l’anno, perché non mi ricordo di loro oggi?” quasi come se la resurrezione del signore ci scusi e ci dia il permesso di stare lontani da quella “galilea” in cui lui ci ha dato appuntamento. La Galilea, un terra di impuri, che certo non attirava i giudei, e allo stesso modo oggi noi siamo chiamati da Gesù ad andarlo a cercare in galilea, quella terra che non ci attira, quelle persone che non ci attirano. Ed è così che sono passato a visitare qualche amico della parrocchia che era a casa da soo durante pasqua, una ragazza che è rimasta incinta ed ora lei e il suo moroso (entrambi studenti) vivono da soli, o meglio sopravvivono… ecco come in questa pasqua in una terra dimenticata, mi sono immedesimato nei dimenticati, e mi sono ritrovato alla scottante e dura realtà, cioè che è facile passare le feste con gli amici, con coloro che consideriamo degni, e come, in fondo, sia facile in questi giorni di festa scordarci di questi dimenticati a cui magari doniamo il nostro tempo durante l’anno, ma che poi non consideriamo degni abbastanza per festeggiare con loro. Insomma è stata una pasqua provocante, da cui ancora mi devo ripigliare, ma che mi ha aiutato molto a scoprire, in questa semplicità, quanto Gesù sia venuto per i dimenticati, e di quanto lui stesso in un certo senso è diventato un dimenticato, perché nel mio modo di festeggiare spesso non mi ricordo di lui e di quegli ultimi che lo hanno accompagnato fin sulla croce, ma mi ricordo solo di me e di quelle persone che ritengo “degne” della festa. Insomma vi affido queste riflessioni sparse. Aspetto con ansia qualche risposta e, perché no, qualche provocazione da voi. come è stata la vostra pasqua? Vi abbraccio forte e vi accompagno ogni giorno. A Presto!
Jecki Ciad

qui il video e le foto della settimana santa