Ci ardeva forte il cuore lungo la via

La Diocesi riunita per la venerabile Luisa Guidotti Mistrali

È il 22 aprile e il Duomo di Modena è gremito di persone. È la giornata della terra, in cui dal 2015 Papa Francesco ci invita alla fraternità, con la lettera Enciclica “Laudato si‘”.

In Duomo c’è scritto su una pietra il nome di Luisa Guidotti Mistrali (1932/1979) “esempio di amore a Dio e ai fratelli” e ora si legge anche bene!

Da San Pietro, mentre festeggiano l’anniversario di beatificazione di Armida Barelli, fondatrice anche della gioventù femminile di Azione Cattolica, di cui Luisa è stata presidente parrocchiale a Modena, il Papa ha detto: “Abbiamo bisogno di donne che siano capaci di lasciare il segno della vita spirituale nell’educazione professionale”. Luisa lo ha fatto, come medico, missionaria ed amica.

Lo abbiamo sentito da Don Riccardo Fangarezzi, nel decreto di venerabilità per le sue “virtù eroiche”, durante la messa di ringraziamento, celebrata dall’Arcivescovo Erio Castellucci e dal Vicario generale Mons. Gazzetti, con altri sacerdoti e tante persone a lei affezionate. Il Vangelo era quello dei discepoli di Emmaus a cui “ardeva forte il cuore lungo la via”. L’Arcivescovo ci ha spiegato che “il cuore arde quando il Signore prende la nostra strada e ci accompagna: è il cammino che fa ardere (…) Luisa ha tradotto in modo esemplare questo “camminare con”: era “Shona con gli shona”, in cammino con le persone a lei affidate, sino ad essere uccisa per loro. Ha continuato ricordando una delle sue ultime lettere: “le cose vanno in modo terribilmente diverse da quello che avevamo sognato…facciamo tanta fatica ad abbandonarci ai piani di Dio eppure dobbiamo abituarci ad andare per le sue vie…sicuri che ci conduce a pascoli erbosi”. Ha infine concluso dicendo che abbiamo bisogno di “pregare santi che si mettono in cammino come Gesù e con Gesù”.

Dobbiamo proprio ringraziare quanti ce lo hanno testimoniato: Lucia Orsetti profuga istriana presente alla messa e Margherita, sorella di Luisa, da Torino; le consorelle presenti dell’Associazione Femminile Medico Missionaria, ma anche dalle missioni e Massimo Migani dal Luisa Guidotti Hospital di Mutoko in Zimbabwe; il Postulatore Padre Ricci da Napoli; Caterina Savini da Forlì, Maria Luisa amica da Mestre, Maria Cavazzuti autrice del libro delle sue lettere; gli amici di John Bradburne da Londra, ucciso come Luisa due mesi dopo lei; le sue allieve africane che abbiamo conosciuto, grazie a Francesco Panigadi, nel video della Diocesi ora su YouTube, e da quanti Luisa ha saputo soccorrere, incoraggiare, sostenere e far sorridere. Stiamo imparando dal suo sorriso, capace di sciogliere con ironia, paure, difetti e contraddizioni quotidiane, e a metterci in cammino, dicendo timidamente i nostri “Si” anche quando sembra impossibile o inutile.

Proprio in questi giorni, un’altra sorpresa! Da un intreccio di amicizie seminate nel tempo, è stata organizzato per 100 ragazzi da Pisa, ospiti della Diocesi con la Pastorale giovanile, una caccia al tesoro in cerca della “vera bontà”. Un cammino tra le vie del centro per conoscere storie e tradizione gastronomiche, ma non solo: 9 filastrocche, con cui sono arrivati a tappe in Duomo a conoscere perché Luisa era “Happy doctor” e come prosegue il collegamento con le missioni, per quello che oggi si chiama sviluppo sostenibile in risposta alla “Laudato si‘”.

Sembra tutto connesso: ci stiamo abituando a queste “dioicidenze” che l’Arcivescovo Erio un giorno ha detto essere “semi di santità” e, ora che Luisa è ufficialmente autorizzata a fare i Miracoli, avrà l’imbarazzo della scelta! Siamo un po’ curiosi e pronti a raccontare, come faceva Luisa, anche solo quei piccoli e grandi miracoli che possono essere amicizie straordinarie, di quelle capaci di cambiarti la vita. Il cammino continua!

Giorgia Sereni

L’OMELIA DEL VESCOVO ERIO CASTELLUCCI