Scriviamo alcuni pensieri a più mani (più i sorrisi della Ludovica Toky) sui giorni passati in terra malgascia con la delegazione modenese.
Facciamo emergere alcune parole che cerchino di riassumere questo incontro speciale!
MANU – TERRI – TOKY
Pensiamo che le parole amicizia e danza meglio racchiudano i sentimento suscitati in noi dalla visita di Don Erio e la sua originale delegazione.
In questo anno di Madagascar sono state tante le persone che sono passate per Ampasimanjeva, la maggior parte medici venuti a prestare il loro tempo e servizio all’ospedale. Con tutti si è sempre instaurato un rapporto di amicizia molto bello, grazie al modo di vivere la quotidianità e la vita comunitaria qui in casa. Questo giro però era leggermente diverso: con le persone che sono arrivate eravamo amici già in partenza! Questo ha fatto sì che nei pochi giorni passati insieme, l’anno di distanza sia stato superato dalla prima battuta scambiata e subito era come se ci fossimo sempre visti! È stato bello anche avere avuto la possibilità di ritagliare un momento di riflessione e condivisione sulla Parola con tutti gli italiani presenti. Un’occasione per fermarsi e ripensare a quello che abbiamo vissuto in questo tempo, che fossero pochi giorni, diversi mesi o addirittura qualche anno.
La parola danza si lega invece alla gioia di accogliere gli ospiti: si danza per loro all’arrivo, e, sempre ballando, si portano loro piccoli regali durante il saluto con l’augurio di fare un buon viaggio di ritorno. Abbiamo vissuto insieme alla comunità di casa e all’ospedale questa attesa in modo un po’ diverso rispetto al solito. Non arrivavano persone che si sarebbero fermate a lavorare per qualche tempo ma semplicemente a visitare e guardare una realtà diversa. Per questo forse abbiamo potuto curare di più il ballo all’arrivo a Mananjary insieme agli ospiti della Casa della Carità, la celebrazione fatta con i dipendenti e le sue danze, il saluto finale dove ballando abbiamo portato un pensiero a testa per far ricordare a tutti di essere passati da Ampasimanjeva. Proprio in questo ultimo momento la (zia) Carla ha riassunto molto bene il centro della visita e anche di quello che stiamo vivendo noi qui da più di un anno: “non c’è bisogno di tante parole, il Vangelo qui si vede nelle vite delle persone”.
Infine aggiungiamo una parola da parte della Toky: braccia, perché in questi primi mesi di vita ne ha conosciute tante. Le preferite rimangono quelle della mamma, ma vederla andare tanto facilmente in braccio ai malgasci come agli ospiti venuti dall’Italia è per noi un grande dono che ci ricorda come sia facile da bambini non fare differenze tra le persone e vedere solo se qualcuno ci vuole bene, come sicuramente è stato con tutta la delegazione di Don Erio (lui in primis ma anche lo zio Pietro, la zia Carla, Frenci e la Lara, la Gio e Alex, l’Alle e Don Antonio). E ad essere sinceri per fortuna va in braccio a tutti, così la mamma ogni tanto si riposa.
CECILIA
Venerdì 30 giugno – Domenica 1 Luglio : Visita del Vescovo di Modena Mons. Erio Castellucci alla Fondation Medicale Ampasimanjeva e alla Comunità dei Missionari modenesi presenti. Una visita caratterizzata da una parola: capire.
Capire come è fatto l’ospedale, come funziona, a chi e a che cosa serve, ma in particolare capire come le persone abitano e vivono l’ospedale, a partire dai dipendenti, e capire come Volontari, Missionari, Case della Carità, dipendenti, Pazienti, Poveri possono fare un percorso insieme, un percorso importante e necessario per tutti, da entrambe le parti. Una visita dove sono state molte le domande, domande semplici, concrete, come si dice a Modena….domande “sempre sul pezzo!”
Certamente la semplicità di tutto il gruppo che accompagnava il Vescovo Erio, ha aiutato a entrare in questo clima, senza proclami e senza impegni sull’onda del sentimento, ma tre giorni dove si è cercato di capire il significato di accompagnare un percorso in un Paese lontano, un Paese diverso, dove tradizioni, cultura, risorse disponibili, sono molto diverse da quelle con le quali solitamente ci si confronta in Italia. In pochissime parole, è stata una visita che è andata oltre al vedere e oltre all’ascoltare.
Grazie!
DEBORA
“Gesù in persona si accostò e camminava con loro” (Lc 24, 15)
Sono tanti i modi in cui il Signore di è accostato nella mia vita, sono tantissimi quelli in cui si è accostato in questi mesi in Madagascar… alcuni nella “Straordinarietà della quotidianità, dei giorni feriali, altri in alcuni eventi più festivi, più evidenti” come ha detto don Erio nel ritiro a Manakara commentando il vangelo dei discepoli di Emmaus!
L’arrivo dei modenesi qui, nella terra che mi sta ospitando, sopportando, supportando, nutrendo e tante altre cose è stato uno di quegli eventi fuori dalla quotidianità… l’ho aspettato tanto e quando ci siamo incontrati a Mananjary, città a 3 ore da Ampasimanjeva, non mi sembrava quasi vero!
I giorni insieme non sono stati tanti, ma molto ricchi…
Provo a riassumerli in tre parole: incontro, condivisione, accompagnamento!
Incontro perché ci si è incontrati, fra di noi, nelle diverse tappe della vita che stiamo vivendo, e con il popolo malgascio che mi sta accogliendo… raccontare attraverso le persone e i luoghi ciò che sto vivendo mi ha aiutato tanto, ho avuto la possibilità di dire e dirmi cos’è il Madagascar, (e in particolare Ampasimanjeva) per me…
Condivisione perché ognuno ha condiviso ciò che aveva a disposizione: il tempo, le ferie, l’ascolto, la vita, le gioie, le preoccupazioni, le domande…
Accompagnamento perché mi è stato detto ancor più forte che non sono qui da sola ma che tante persone stanno camminando accanto a me e che con ciò che sto vivendo posso stare a fianco di tante persone, vicine e lontane…
I due giorni insieme ad Ampasimanjeva sono stati intensi, un po’ accompagnati dalla preoccupazione di far sentire a casa i vahiny (gli ospiti), ma non vedevo l’ora di far conoscere tra loro gli amici vecchi e nuovi!
I diversi momenti di preghiera insieme, che sono riusciti ad abbattere i confini nonostante non sempre si è potuto capire tutto per la diversità della lingua, sono state un po’ la sintesi di tutto per me… in particolare la messa prefestiva domenicale celebrata il sabato pomeriggio insieme a quasi tutti i dipendenti (anche alcuni non cattolici) è stato un momento molto bello! I canti e le letture, mescolate fra italiano e malgascio, la predica del Vescovo Erio tradotta in malgascio da suor Josiane, le danze liturgiche tipiche malgasce a cui ci siamo aggiunte anche io e Maria Teresa, la foto scattata dopo la Messa tutti insieme… mi ha sussurrato: “VEDI CHE SI PUÒ ESSERE TUTTI FRATELLI!?!?”
Grazie a Dio che ci dà la possibilità di camminare insieme, e a chi si lascia provocare ogni giorno dall’incontro di chi gli appare accanto…